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LA SEDIA DEL DIAVOLO regia di Adam Mason

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  22/07/2009 11:27:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Straniante ma originale,questo nuovo film dell’accoppiata Adam Mason (regia) e Simon Boyes (sceneggiatura),parte da un assunto più volte sfruttato per poi discostarsene in maniera clamorosa.
Ambientato nel solito ospedale psichiatrico abbandonato,in cui tempo addietro un mad doctor ha condotto esperimenti poco ortodossi sui propri pazienti ,si sviluppa attraverso una trama mai lineare,con personaggi strampalati che nel decadente edificio troveranno un mare di guai.Ciò che affascina è la capacità di stravolgere la trama con disarmante facilità,di ribaltare i ruoli a più riprese senza preoccuparsi di mantenere una plausibile logica.Ma questa caratteristica non irrita,anzi coinvolge sempre maggiormente alla ricerca di risposte che arriveranno in un epilogo parecchio sanguinolento e volutamente trascinato per le lunghe,quasi esasperante nella sua durata,in cui buona parte dei dubbi verranno fugati.
Tutto ciò che appare fuori luogo o eccessivo è voluto,non dipende certo da carenze degli autori.Ovvio che poi alcune situazioni possano infastidire,non è infatti facile reggere una parte centrale estremamente dialogata con lo stesso argomento riproposto a getto continuo,gli innumerevoli fermi immagine commentati con voce fuori campo,il protagonista che si rivolge beffardamente allo spettatore come in Funny Games di Haneke o le battutine simil-demenziali di cui il film è pregno.Personalmente però ho trovato soddisfacenti questi sotterfugi adottati per discostarsi dalle solite produzioni mainstream.Esprimono personalità e voglia di mettersi in gioco da parte di Mason e Boyes,coraggiosi nello sperimentare a loro piacimento,riscrivendo e contravvenendo le regole del gioco senza preoccuparsi troppo della reazione dello spettatore.Da sottolineare il notevole uso delle luci,l’eccellente resa degli ambienti degradati e claustrofobici ,curiosa ma apprezzabile la fotografia come il parsimonioso ma ispirato utilizzo della colonna sonora.
Davvero bello,una ventata d’aria fresca in un panorama horror in cui ormai ci si limita ad affidarsi ai soliti e insopportabili clichè.