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IL BUIO NELLA MENTE regia di Claude Chabrol

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Ciumi     8 / 10  27/03/2011 13:07:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Ci sono nelle persone per bene molte cose che mi ripugnano e certo non è il male che è in loro".

Perché se il male, o la propensione alla reazione violenta, è in ognuno, ciò che disgusta è il perbenismo di una fortunata borghesia colta, che può dunque citare Nietzsche, comoda nelle sua villa e mite in famiglia, che sa farne a meno, coprirlo, incolpare chi ce l'ha: l'invidia inconsolabile rimane agli umili, assieme al disadattamento e all'omicidio.

Un racconto paziente, psicologicamente sottile, che lascia - la ragione di certe sue manie per esempio - varie ombre sulla protagonista, come mai vissuta, analfabeta, inetta: nasconde la sua passione per il cioccolato come fosse una colpa, s'imbambola per ore davanti al televisore come anestetizzandosi.
Solo l'incontro con un'altra della sua razza - razza d'invidiose, di misteriose, d'assassine, l'una del padre e l'altra del figlio piccolo, mostri? No, donne sfortunate - le saprà dare appoggio, e il racconto assume la forma, man mano che si avvia a concludersi, di una sorta di preparazione.

Il finale, che è annunciato, è però sorprendente, inatteso se ragionato all'interno della filmografia di Chabrol: manca la pietà, esplode una spietatezza vendicativa, dall'una e dall'altra parte; la forza delle cose riprenderà la sua (ineguale, borghese, cristiana) giustizia. Forse fin troppo palesato, a questo punto, il confronto è tra l'opera di Mozart in tv e il livello dei programmi che guardavano le due amiche, tra la famiglia raccolta sulla poltrona e le omicide, tra la libreria e i fucili: migliore, a mio parere, nella preparazione che non nella cerimonia.