K.S.T.D.E.D. 7½ / 10 19/03/2008 16:19:31 » Rispondi Lessi una recensione, prima di andare al cinema, che descriveva la nuova pellicola di Lumet più nera, a tratti, di "Non è un Paese per Vecchi" e la cosa mi sembrò leggermente eccessiva. Supposizione sbagliata. Di positivo in questo "Before the Devil Knows You're Dead" non c'è nulla, neanche per sbaglio. La madre forse, che, però e non a caso, la sceneggiatura si occupa di far svanire quasi immediatamente tra sangue e proiettili, ponendo un velo nerissimo sull'unica luce simil-bianca della pellicola. Quel che resta sono disperazione e dolore, descritti da un Lumet in splendida forma che con pianisequenza lunghi e spesso statici non solo non schiva l'angoscia sul volto dei protagonisti, ma li mette in primo piano, ne coglie anche la più lieve espressione e indugia su di essi fino a far respirare a chi guarda quella stessa aria dal peso pressoché insostenibile che rende ogni respiro dei protagonisti soffocante come ingurgitare litri di petrolio. La pellicola riesce a non annoiare neanche per un istante grazie e al montaggio e alle interpretazioni perfette di Hoffman, Finney e Hawke. Fanno loro il personaggio e lo rendono reale, vivo, anche se quanto mai vicino a quel confine che separa tutto il resto dall'Inferno, a quel confine che sulI'Inferno stesso e sulla sua vastità si affaccia, cosicché il protagonista abbia tutto il tempo di rendersi conto del luogo in cui andrà a finire. E tutto il tempo per disperarsi.
Se è vero che il buongiorno si vede... allora quest'anno, cinematograficamente parlando, sarà stupendo.
Jellybelly 19/03/2008 16:48:54 » Rispondi Ottima analisi. I molti piani sequenza hanno impressionato anche me, va' che Lumet ancora ci sa fare. E non ha nemmeno il parkinson.
K.S.T.D.E.D. 19/03/2008 16:56:41 » Rispondi Grazie. Comunque lo sapevo che, se non altro per la regia, avrei apprezzato. Poi la sceneggiatura della Masterson ci ha messo del suo e tanto meglio.
'sti vecchietti sanno il fatto loro.
polsiak 19/03/2008 17:04:27 » Rispondi anche a me sono piaciute le sequenze che raccontavano gli stessi avvenimenti da più punti di vista, ma obiettivamente non si possa dire che non sia lento (per me "troppo" e a me picciono i film lenti).
K.S.T.D.E.D. 19/03/2008 17:18:31 » Rispondi Ho letto il tuo commento e secondo me hai visto il film da una prospettiva sbagliata (o magari ho capito male io, l'hai visto dalla giusta prospettiva e semplicemente non ti è piaciuto).
Quanto alla presunta lentezza, e tu stesso hai detto che ti piacciono i film "lenti", direi che lento non lo è affatto se tieni in considerazione la sceneggiatura. Questo è un non-thriller e cioè un film che sulla base del thriller costruisce un film, molto più semplicemente, drammatico e che in quanto tale non ha certo bisogno di ritmi frenetici o accattivanti che generalmente caratterizzano un thriller. Quindi non solo la "lentezza" è d'obbligo ma è parte integrante del fascino di questa pellicola dato che è proprio essa a permettere allo spettatore di riflettere, metabolizzare e partecipare all'angoscia di ogni singola sequenza.
Quanto al finale lasciato aperto. Anzitutto non è essenziale sapere dove va a finire E. Hawke; in secondo luogo, se proprio ti sembra importante, dovresti ricordarti della scena in cui egli scappa con la valigia: in quel momento il padre lo chiama con un tono e un'espressione preoccupata, quasi a volerlo aiutare perchè è lui il figlio buono, il figlio preferito. Il padre ha bisogno di prendersela con qualcuno, ma prferisce farlo col figlio con cui si è sempre comportato in modo duro che col "figlio più piccolo che ha bisogno di più attenzioni" e con il quale non è disposto a prendersela. Ha bisogno di un cattivo ma al tempo stesso di uno per cui continuare a vivere. Che sia scappato o sia tornato dal padre, egli sis alverà uguale. Altra sfaccettatura delle storture dell'animo umano.
polsiak 20/03/2008 16:17:26 » Rispondi Il fatto è che un film lento per non annoiare deve farti sentire partecipe fino in fondo del dramma che sta vivendo il protagonista. Se hai visto la 25° ora, ad esempio, puoi capire cosa intendo. Qui il dramma è enorme ma non si evolve, resta sempre lo stesso, e quindi proprio per questo secondo me è eccessiva la lentezza, almeno nella seconda parte del film.
Andy fra l'altro non mi sembrava così sconvolto quanto Hank o il padre, o almeno si è ripreso subito. Dopo la prima parte dell'ucciosione della madre il film giustamente deve essere lento per farti comprendere il dramma dei due fratelli e del padre, ma poi quando i due fratelli cercano delle soluzioni disperate ai loro problemi e il padre cerca l'assasino il ritmo a mio parere doveva crescere.
Ripeto che la trama non è affatto male, ma il film poteva essere girato in maniera migliore.
E poi mi risulta difficile credere che la polizia non riesca ad arrivare in 7 giorni di indagine ai due fratelli con tutti quegli indizi lasciati sparsi qua e là. E credo sia improbabile che sia così facile ammazzare un uomo in un ospedale e andarsene tranquillamente facendola franca.
Cmq l' interpretazione del magnifico Hoffman vale da sola il prezzo del biglietto.
K.S.T.D.E.D. 20/03/2008 22:48:43 » Rispondi Beh, ma la bellezza di questo film sta proprio nel renderti partecipe del dramma. Anzi è l’aspetto fondamentale e viene reso al massimo, come ho scritto nel commento. Certo le emozioni che si provano durante il film sono una cosa assolutamente soggettiva, ma direi che le scelte registiche puntavano proprio a questo. Telecamera che, spesso senza mai staccare, segue le azioni a volte disperate altre volte angoscianti dei protagonisti; che inquadra l’espressione persa di individui che stanno andando alla deriva e che, fotogramma dopo fotogramma, se ne rendono conto. Direi che il regista è stato quanto mai fedele al suo intento di fare, come dicevo prima, un non-thriller, che è poi anche il motivo per cui il ritmo non doveva crescere dato che chi è entrato nell’ottica del film voleva seguire la disperazione dei personaggi non una storia dal ritmo incalzante e magari contaminata da qualche colpo di scena; che è poi il motivo per cui non ci importa nulla delle capacità investigative della polizia (che scopra o meno i colpevoli, insomma). Ecco perché credo che ti sia posto in modo errato nei confronti della pellicola (sempre personalissima opinione). Secondo me se la rivedessi sul divano di casa tua, luci spente, senza mormorii di sorta e ti calassi nell’angoscia dei personaggi, la pellicola la rivaluteresti senza pensarci mezza volta.
Quanto alla frase “poteva essere girato meglio”, devo mio malgrado dirti che sbagli. Sono per il rispetto delle opinioni, ma solo su cose opinabili. Aspetti come regia, fotografia e in una certa misura anche la recitazione, sono aspetti tecnici e in gran parte oggettivi. La regia di Lumet non ha difetti, è perfetta, soprattutto in relazione, ripeto, agli intenti della pellicola. Se poi quel modo di girare non ti ha preso o quant’altro ok, ma la regia resta comunque di altissimo livello.
Su Hoffman ovviamente concordo senza mezzi termini.
polsiak 21/03/2008 23:16:53 » Rispondi E' vero scusa, chiedo venia. Ho sbagliato termine, non intendevo "girato", ma volevo dire "svolto", "sviluppato". Nel senso che la trama della storia è molto interessante e abbastanza originale e se il regista non avesse curato escusivamente il dramma psicologico dei protagonisti credo che il film sarebbe stato più coinvolgente e piacevole. E' questo che volevo dire. Sono d'accordo che gli aspetti tecnici con cui è stata realizzata la pellicolicola sono molto apprezzabili, regia su tutti. Cmq il bello di questo sito è proprio confrontare civilmente e con rispetto i parerei propri con quelli altrui. Non sempre ci si riesce, sono contento che ogni tanto è possibile. Saluti.
K.S.T.D.E.D. 22/03/2008 13:14:23 » Rispondi E' vero, non sempre ci si riesce. Non tutti hanno almeno 1/2 neurone funzionante. Ciao polsiak.
NEO78 20/03/2008 15:35:08 » Rispondi possibile che sia l'unico a cui non è piaciuto Hawke?