Alpagueur 6½ / 10 30/11/2020 18:41:55 » Rispondi Ho deciso di (ri)vedere questo film, dopo tanto tempo, per tre motivi: avendolo visto da bambino, mi era rimasto impresso il ritornello di Amanda Lear "because you're a woman...", l'ambientazione singolare australiana (Sidney), la partecipazione nel cast di un giovanissimo Michele Placido (non ha bisogno di presentazioni), di Eugene F. Walter jr. (la famosa "sorella" della casa dalle finestre che ridono) e di Ray Milland, questi ultimi due attori (che ho sempre apprezzato) in una delle loro ultime apparizioni cinematografiche. Soprattutto la canzone di Amanda Lear, dal titolo 'Your yellow pyjama' è una di quelle che l'ascolti una volta e non te la dimentichi più, sotto questo aspetto mi ha ricordato molto quella di Athina Cenci in "Caramelle da uno sconosciuto" di Franco Ferrini, composta da Umberto Smaila ("'Donne così"). Insomma questi tre motivi mi hanno dato il coraggio di rinfrescarmi la memoria e rispolverare questo 'giallo' italiano dimenticato dal tempo. Per la cronaca ci sono altre 11 tracce, sempre di Amanda Lear, nella OST di questo film, ma quella è sicuramente la più interessante (il titolo parla chiaro), ma vi consiglio di gettare un orecchio anche su 'Fashion pack' ed 'Enigma' (che hanno anche loro delle sonorità apprezzabili). Spesso definito giallo, "La ragazza dal pigiama giallo" (alias "The pajama girl case" o "The girl in the yellow pyjamas") è una delle voci più uniche nel sottogenere. Francamente, ai miei occhi non è proprio un giallo. Lo considero più come un drammatico mistero di omicidio con alcune macchie sottostanti di vernice gialla. A Sydney, una giovane ragazza scopre i resti carbonizzati di una donna in una vecchia macchina sulla spiaggia. La faccia della donna è bruciata troppo gravemente perché la polizia possa effettuare una corretta identificazione. Il caso è affidato a un ispettore di nome Ramsey, anche se l'ispettore in pensione Thompson insiste per essere coinvolto anche lui con grande sgomento di Ramsey. Mentre guardiamo lo svolgersi della loro indagine, veniamo anche distratti con una storia alternativa che coinvolge una giovane donna sessualmente disturbata che si è lasciata sedurre da tre uomini diversi. Qual è il collegamento fra le due storie? Ray Milland è solido nei panni del Thompson in pensione, e per cominciare fa qualche risata. Ha disgusto per i metodi che la polizia ha iniziato a usare dopo il suo pensionamento, ed è piuttosto divertente osservare il suo senso di gioia ogni volta che affolla lo spazio di Ramsey. Anche Ramsey è un ragazzo piuttosto antipatico. Si rifiuta di ascoltare il ragionamento logico di Thompson e fa del suo meglio per trovare un capro espiatorio il più rapidamente possibile (che sarà individuato nel povero Quint, un balordo guardone del posto, interpretato da Giacomo Assandri). Preoccupandosi di più per ottenere crediti per le elezioni e partire per una bella vacanza a Bangkok il prima possibile, Ramsey è dietro a Thompson in ogni fase del processo. All'estremità alternativa dello spettro, Dalila Di Lazzaro cattura con successo la natura molto travagliata e lacerata del suo personaggio, Glenda Blythe. Trascorre il suo tempo tra un ricco chirurgo di Halbury, il prof. Henry Douglas (Mel Ferrer) e un impiegato di fabbrica danese, Roy Conner (Howard Ross), usando entrambi per fare sesso senza troppo coinvolgimento. Tramite Roy, incontra Antonio Attolini, un cameriere italiano dall'indole apparentemente tenera e sensibile. Si innamorano e si sposano, ma il matrimonio è molto travagliato poiché Glenda, affamata sia di intimità che di connessione emotiva, si annoia molto con il timido Antonio. Questo a sua volta scatena le sue tendenze gelose. Nella parte di Antonio, penso che Michele Placido dia quella che forse è la migliore interpretazione del film. È turbato quanto sua moglie e le sue esplosioni emotive sembrano sincere e motivate. La narrativa unica del film è costruita in modo efficace mentre rimbalziamo avanti e indietro non solo tra le storie, ma anche nel tempo. Il regista/sceneggiatore Flavio Mogherini inserisce anche alcuni meravigliosi pezzi di deviazione attraverso le trame alternate. La fotografia di Carlo Carlini è splendida. Sydney è una città incantevole e Carlini la munge per tutto ciò che vale, offrendo alcuni scatti e immagini sorprendenti, come le scene di Glenda e Antonio che si abbracciano e si baciano con la celebre Opera House sullo sfondo (in assoluto l'attrazione più visitata non solo della città di Sidney, ma di tutta l'Australia! Simbolo inconfondibile di questo paese, con le sue vele bianche che si stagliano contro l'azzurro del cielo e il blu del mare, questo capolavoro d'architettura ben merita la fama di cui gode) e quei 4 minuti sempre di Glenda che serve ai tavoli sul battello fluviale ristorante con Antonio che osserva i commenti degli uomini sulla sua bellissima futura moglie (sulle note di "Look at her dancing" della Lear). Ci sono anche un paio di sequenze col famoso Sydney Harbour Bridge che si staglia fuori dalla finestra dell'ufficio di Ramsey e l'inseguimento finale al cimitero di Double Bay. Il film di Mogherini è ulteriormente complimentato da alcuni svolazzi registici piuttosto artistici. Una delle mie sequenze preferite è quella dove tonnellate di persone in stati di trance si trascinano intorno alla teca trasparente contenente il corpo nudo della donna (trattato appositamente col 'composto Keyserling', formalina e iposolfito), con la polizia che spera che qualcuno sia in grado di identificarla. La scena balla sulla colonna sonora meravigliosamente inquietante di Riz Ortolani e ha un'atmosfera molto surreale e distaccata. È una piccola sequenza magistralmente realizzata. Nel complesso, sebbene sia un film elegante, "La ragazza dal pigiama giallo" riguarda principalmente i personaggi. È una storia molto guidata dai personaggi con un vero impatto emotivo, qualcosa che non mi aspettavo la prima volta che l'ho visto. Un mistero italiano in Australia, non ho riserve a consigliarlo ai fan dei gialli e degli Eurohorror in generale. Basta non aspettarsi il solito tipico 'giallo'. Merita, soprattutto se vi piacciono le musiche di Ortolani, molto strazianti specie nel finale.
La 'prima' ragazza del pigiama giallo era Evelina, un'amica di Glenda (la 'seconda' e vera protagonista del film), che quell'unica notte aveva dormito da lei indossandolo e cercando inutilmente di sedurla. Poi Evelina, una volta trasferitasi a Los Angeles, regalerà quel pigiama a Glenda, con la dedica "visto che non ami essere abbracciata da me lascia almeno che sia il mio pigiama ad abbracciarti cara mia". Dopo aver perso prematuramente il figlio (che non si sa bene di chi fosse, molto probabilmente del medico), la ragazza abbandonerà Antonio e scapperà via rubando la roulotte di Roy. I due uomini, già amici da molto tempo prima dell'incontro di Antonio con Glenda, resisi conto di essere stati truffati dalla stessa donna ed essendo entrambi emigranti (quindi "gente che non conta" come dirà Roy), decidono di non sporgere denuncia alla polizia ma piuttosto di fare fronte comune e dare una lezione a Glenda ("come ai cani" dirà sempre Roy, "per far capire chi era il padrone"), nel frattempo corsa dietro al ricco chirurgo australiano. Rifiutata dall'uomo e senza un soldo in tasca, Glenda si concederà a due facoltosi uomini d'affari in un motel. Dopo una giornata di viaggio in autostrada Roy e Antonio riescono finalmente a raggiungere la roulotte e Antonio, dopo essere stato umiliato verbalmente da Glenda in quanto fallito e povero, la percuote ripetutamente fino a che durante la colluttazione Glenda afferra la pistola di Roy e, accidentalmente, si spara addosso e rimane agonizzante, ma il colpo non è mortale e così Roy sbriga la pratica avvolgendola in un vecchio sacco di juta, chiudendola nel bagagliaio della macchina e sfondandole la testa col cric. Successivamente, Roy vagherà per tutta la notte col cadavere nel cofano della macchina fino ad arrivare alla spiaggia, nella quale la ragazza verrà trovata carbonizzata all'inizio della storia (col pigiama giallo, indossato per trascorrere quella purtroppo per lei ultima notte nella roulotte prima dell'arrivo di Roy e Antonio). Sarà proprio il cric, con le tracce di sangue di Glenda e Roy, avvolto opportunamente da Thompson e consegnato alla figlioletta della vicina di casa di Quint prima di morire (per mano di Roy), a tradire Roy. Antonio, ormai rimasto solo in terra straniera senza un avvenire e sentendosi tradito anche dalla polizia, nonostante le sue buone intenzioni, davanti alla tomba della moglie, una volta accerchiato dagli agenti di Ramsey cercherà di fuggire dal cimitero di Double Bay ma sarà investito violentemente da un autobus che trasportava una comitiva di majorettes e morirà agonizzante anche lui. Questo finale, con la vittima agonizzante sull'asfalto in pieno giorno e le persone che man mano si avvicinano e lo circondano, mi ha ricordato molto quello di "Macchie solari" di Armando Crispino del 1975...anche li grande score di Morricone ad accompagnare la sequenza.