thohà 8½ / 10 29/05/2007 11:47:08 » Rispondi Già guardando la locandina si rimane affascinati. La natura, pace, un piccolo tempio. La vita ruota intorno a questa abitazione, le stagioni passano, così come quelle della vita. L'infanzia, ancora priva della conoscenza e crudele, impara. Il bambino, che vive col monaco, ancora cinico e incoscente, infligge delle cattiverie a piccoli animali; cattiverie che il monaco gli farà conoscere infliggendogli le stesse torture degli animali: la vita va rispettata. Ed ecco che arriva l'estate, la pienezza della vita, l'adolescenza con i suoi turbamenti e le sue ribellioni, la fuga. Il vecchio monaco conduce, in solitudine, la propria vita, fino al ritorno dell'allievo, ormai uomo. Ma basta con gli spoiler. E' un film intensissimo, colmo di spunti di riflessione e di simbolismi, di grande fascino e spiritualità, con una fotografia da sogno. Penso che noi occidentali possiamo cogliere (almeno io) la metà di ciò che è contenuto nel film: le scritte non tradotte, azioni intuibili, ma non spiegabili, i gesti, il continuo aprire o chiudere le porte, i vari animali. Per esempio, il gatto credo che volesse dire autonomia. Ma ci devono essere diversi livelli di lettura che a me sfuggono. Da non perdere.
Freddy Krueger 08/10/2012 12:11:37 » Rispondi Bellissimo film e concordo in tutto con te. Il bambino che riconosce lo sbaglio e piange... la scalata nella fine... e chi sarà quella donna? Non si può rimanere indifferenti davanti a queste scene.
thohà 08/10/2012 13:15:29 » Rispondi Kim Ki-duk è unico nel saper trasmettere emozioni profonde e durevoli. Penso che certe scene si avvalgono di un'interpretazione del tutto personale e non oggettiva.