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UN UOMO QUALUNQUE regia di Frank Cappello

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oh dae-soo     7 / 10  26/02/2011 11:55:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE: il commento contiene anticipazioni.

Buon film che avrebbe avuto tutte le carte in regola per essere ottimo. Infatti, anche se alla luce del finale e, soprattutto della personalità del protagonista, gli inserti surreali, fantasiosi, a volte irreali, sono più che giustificati, probabilmente il ricorso a meno generi, a meno tagli e a meno stili avrebbe dato a Un Uomo Qualunque una potenza grezza molto maggiore, ancor più devastante.
L'inizio è davvero ottimo. Un meraviglioso Slater (capace di dare un senso di frustrazione, latente violenza ma al contempo enorme dolcezza al suo personaggio, specie con dei grandiosi primissimi piani) è Bob, il classico impiegatuccio maltrattato e vessato da tutti, una persona senza spina dorsale che però, raggiunto il culmine di silente sofferenza, decide "semplicemente" di sterminare tutti. Lo farà al suo posto un altro collega (sempre un loser), poi ucciso dallo stesso Bob che diventa così una sorta di eroe per l'azienda. Salva anche la vita di una collega (il suo amore con contraccambiato) costretta però alla completa paralisi per le ferite ricevute. Si metteranno insieme fino al tragico finale.
Già, il finale. Non so se sia già stato detto da altri, ma la struttura di Un Uomo Qualunque è praticamente identica a quello di un altro buon thriller (rovinato, tremendamente rovinato dal doppiaggio della Thurman), ossia Davanti agli Occhi. Quale sarebbe la mia vita se...? Quale scelta prendere quindi? Molta gente ha dei dubbi in questo finale, dubbi che io stesso ho dovuto fugare con altre 2 visioni (solo degli ultimi 5 minuti ovviamente...). La chiave di tutto, la sicurezza, me l'ha data non tanto un passaggio di trama (comunque evidente, come del resto il monologo finale) ma un inserto di montaggio, una dissolvenza che ci porta inequivocabilmente in un altro tempo. Tutto poi torna: l'assurdità del salto di carriera di Bob; la nomina di Pensatore Creativo; alcuni passaggi troppo idealizzati; alcune scene quasi irreali come quella degli aerei; la strana coincidenza del doppio omicida contemporaneo (che alla luce di tutto possiamo quindi considerare la parte di sè che ha avuto coraggio) e tanto altro. Bob, almeno idealmente, ha cercato di provare e accarezzare cosa fosse l'Amore, ha tentato di essere un uomo "normale", ha provato ad uscire dal suo ruolo per sentirsi migliore, realizzato ma, alla fine, ha raggiunto la consapevolezza di essere un debole, anzi IL debole del suo gregge. E' questo il potente messaggio del film. Gli ultimi, gli emarginati, i deboli non sempre hanno la forza di reagire, vorrebbero farlo ma non ci riescono, il pensiero non si tramuta mai in azione. A quel punto, e anche qui si racconta una tragica realtà, la soluzione diviene solo una, quella che sceglie Bob. Non ha saputo dare un pugno al suo destino, ha provato ad essere altro ma, purtroppo, è difficile andar contro la propria stessa natura, quella per cui "he was a quiet man".