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INTO THE WILD regia di Sean Penn

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     9 / 10  21/04/2008 14:39:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La vera storia di Christopher McCandless,autoribattezzatosi Alexander Supertramp,si snoda attraverso un indimenticabile road movie,un viaggio nell’America dei grandi spazi,dei paesaggi mozzafiato,dei personaggi strambi e al tempo stesso affabili e calorosi,arricchendo il tutto con molti riferimenti d'estrazione beat e hippy, mai gratuiti o eccessivamente retorici.
Un percorso di crescita capace di colpire al cuore lo spettatore,in grado di spiegare in maniera esauriente le motivazioni di un gesto così radicale da parte di un giovane, al quale apparentemente non mancava nulla, ma che in realtà bisognava di tutto.Un novello San Francesco divorato dal dubbio,un ragazzo come tanti che lo spirito d’avventura spinse ad affrontare la vita di petto,senza l’ausilio della famiglia o dei beni terreni.
Sean Penn ancora una volta si mostra regista (e uomo) dotato di sensibilità non indifferente,gira un film poetico su un’esistenza ribelle,mossa dalla voglia di libertà e sulla fuga dalle regole di una famiglia ipocrita e fintamente perbenista,esigente come la società odierna all’interno della quale Alex non si riconosce.
Il mondo al quale sente di appartenere è quello libero,selvaggio,incontaminato,lontano dagli uomini...il suo girovagare lo porterà a contatto con altre persone le quali trarranno beneficio nell’incontro con il giovane vagabondo.Un beneficio però reciproco,una fonte metaforica di conoscenza alla quale Alex si abbevererà per rinforzare la propria esperienza.Il suo destino è però scritto,le sue relazioni non durano nel tempo,il viaggio deve continuare perchè si compia quasi un rito di autoconoscenza.Da qui l'inevitabile riluttanza nell' accettare i suoi simili,senza la conoscenza di se anche quella del prossimo per Alex è difficilmente affrontabile.Il suo viaggio è destinato a finire nelle inospitali lande dell’Alaska,isolato da quell’umanità che probabilmente ha rivalutato grazie ai suoi incontri,ma che fatica ancora a comprendere.
I paesaggi avviluppano lo spettatore,le splendide musiche di Eddie Vedder fanno da base ad immagini di straordinaria bellezza,in mezzo a tanta bellezza si agita l’animo inquieto di Alex,un Emile Hirsch che definire bravo appare riduttivo, intorno al quale si muovo dei personaggi eccellenti,molto ben definiti e grandiosi a loro volta nella recitazione.
Un film commovente che raggiunge vette d’intensità impressionanti,attraverso una semplice frase o uno sguardo.Bellissimo il finale con Alex ormai prossimo alla fine e solo in mezzo al nulla,consapevole del suo destino ineluttabile,il quale si chiede se la gioia che prova in quel momento guardando il sole che gioca a nascondino con le nuvole sia minimamente paragonabile a quella che avrebbero provato i suoi famigliari nel poterlo riabbracciare.La risposta, probabilmente, si cela in quell’ultimo beffardo e soddisfatto sorriso.
Tutti in piedi per la standing ovation,Sean Penn e il suo viaggiatore solitario se la merita tutta.