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GATTI ROSSI IN UN LABIRINTO DI VETRO regia di Umberto Lenzi

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Alpagueur     8 / 10  30/09/2020 16:48:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno degli incipit più indovinati tra i gialli di sempre e un titolo suggestivo (che cavalca l'onda "animalesca" tanto in voga a quell'epoca) possono sopperire ad una sceneggiatura così così e a delle recitazioni sufficienti ma non eccelse? sembra di si. Pronti via, il maestro Bruno Nicolai impatta sullo spettatore con la sua musica devastante e melodiosa allo stesso tempo (la batteria illumina la strada), nel tunnel degli orrori, non si può restare indifferenti a quelle note. Le ramblas di Barcellona fanno da cornice a una vicenda drammatica, il trauma infantile c'è (ma non sembra essere così convincente come in altri gialli), la scena chiave (collegata al titolo) pure. Uno dei rari film (assieme al Gatto di Bido) in cui la figura del "gatto" (colorato) è tangibile, la metafora del titolo si può toccare, è presente, si vede, si sente. Il ritmo a volte può sembrare un po' lento ma ci pensano le note di Nicolai a risvegliare l'interesse dello spettatore durante l'arco del film. Concludendo, una colonna sonora e un titolo che valgono un film intero. Tutto il resto è noia...

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