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GLI ANNI SPEZZATI regia di Peter Weir

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Terry Malloy     10 / 10  26/03/2012 23:00:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che film. Che grandissimo film. Che immenso, superbo, meraviglioso, commuovente, dilaniante, massacrante, straordinario film della madonnà.
"Gallipoli" è una progressione. È una progressione però all'ingiù verso il nero baratro senza senso. È una corsa spezzata, è una vita che smette di essere. È un passaggio di morte, un battito d'ali, un nulla di niente.
Gallipoli appartiene totalmente alla fase australiana, anche se dai suoi illustri precedenti si distacca notevolmente. Però è un film sincero, appassionato e anti-retorico.
È un film profondo e complesso, ma spontaneo e diretto come pochi. I due attori protagonisti (ma anche gli altri non scherzano) sono semplicemente stupendi. Mel Gibson da giovane ci sapeva davvero fare, un attore coi contro. Ma come scordare il sorriso bellissimo di Archy? Come poter classificare Gallipoli se non un film della fase australiana guardando al fotogramma finale (qualcosa di oltre la bellezza)?
È un film che sembra stato scritto da Ungaretti, o meglio De-scritto (onore alla citazione di Lot). La prima parte mi ha rievocato le atmosfere magiche e surreali de Il Porto Sepolto. La seconda le terribili esperienze in trincea, sul Carso ("Ho scritto lettere piene d'amore"). Ungaretti avrebbe adorato questo film, me lo sento.
Questo capolavoro si configura come il racconto di una grande Avventura. Come dice Archy "Qui regna la sensazione di essere coinvolti in una grande avventura, in qualcosa di più grande della nostra stessa vita" ed è proprio questa la chiave di volta del fascino calamitante di questo film. La grande avventura. Ma Weir non dimentica di raccontare il resto e lo fa con la massima brutalità possibile: la rapidità. Le ultime scene sono qualcosa di angoscioso, di nero, di violento, di terribile, ma soprattutto sono fulminee. Impossibile descriverlo. Basta la musica struggente e cupa dell'Adagio di Albinoni che, messo lì all'inizio del film, scandisce come un lugubre rintocco la triste storia di tantissime vite spezzate (precisamente, 8.587).