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NELLA STRETTA MORSA DEL RAGNO regia di Antonio Margheriti

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Alpagueur     7½ / 10  01/11/2020 10:54:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo film (conosciuto anche come 'Web of the Spider') è un remake a colori del film 'Danza macabra' ('Castle of Blood') del 1964, in b/n, con Barbara Steele. Entrambi i film sono stati diretti da Antonio Margheriti con lo pseudonimo di Anthony M. Dawson. La storia ruota attorno a un Edgar Allan Poe (Klaus Kinski) ubriaco che racconta storie in un bar tra un drink e l'altro (il suo più grande vizio purtroppo). Ad un certo punto nella taverna entra Alan Foster (Anthony Franciosa), un giornalista a cui Poe aveva promesso di concedere un'intervista, i due cominciano a parlare della vita, della morte e di ciò che accade dopo, ma mentre Poe crede nei fantasmi e afferma che tutti i suoi racconti del terrore hanno avuto un riscontro oggettivo anche nella realtà e non sono stati solo frutto dei suoi incubi, Foster nega che ci possa essere una vita dopo la morte e lo "accusa" di essere un normale cronista come lui e non un vero romanziere. Poe e il suo amico Lord Thomas Blackwood (Enrico Osterman) allora sfidano Foster a mettere 100 sterline sul tavolino e gli suggeriscono di passare una notte da solo nell'enorme castello di proprietà di Blackwood, a Providence (Rhode Island), la notte stessa...il giornalista, spiazzato dalla proposta, inizialmente rifiuta in quanto non ha le 100 sterline ma soltanto 10, ma dopo che Lord Blackwood lo rassicura che possono bastare, accetta la sfida e i tre si dirigono così in carrozza verso il castello. Gli è stato detto da Blackwood che nessuno è mai sopravvissuto a una visita notturna al castello questa notte poiché è la vigilia del giorno dei morti (2 novembre).

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Ma Foster si fa beffe dell'idea del soprannaturale e il trio arriva al cancello e la coppia abbandona Foster al suo destino. Superato il cancello principale, attraversa un cimitero di fronte alla tenuta e trova la sua strada. Una rapida carrellata dei piani inferiori, alcuni passaggi suonati al clavicembalo e presto si ritrova faccia a faccia con Elisabeth Blackwood (Michele Mercier). La donna lo accompagna in giro per la tenuta, parlando di cose che sono successe lì. Foster è così incuriosito da questa bella donna che inizia ad innamorarsi di lei. Ma mentre la notte avanza strane cose iniziano a succedere. Dove una volta c'erano ragnatele e polvere ora c'è una sala da ballo piena di ospiti che ballano tutta la notte. Elisabeth è ora tra le braccia di suo marito mentre Foster inizia ad essere testimone di un passato che si apre davanti ai suoi occhi e scopre che Elisabeth non è quello che pensava, ma solo uno dei tanti fantasmi in casa.
Mentre la notte avanza, Foster apprende cosa è successo a ciascuna delle varie apparizioni che vede davanti a lui. Sopravviverà alla notte? O c'è qualche ragione insidiosa per cui questi spettri sono apparsi prima di lui, alcuni hanno bisogno che lui continui a sopravvivere? Il film è un film horror gotico in stile classico, dall'ambientazione e dai costumi ai costumi del tempo, sia passati che presenti nel racconto. I set in uso sono meravigliosamente dettagliati e danno vita alla storia che si svolge. Non solo, il film ci viene offerto in una presentazione ultra widescreen (rapporto d'aspetto 21:9, circa 2.35:1), qualcosa che mancava da tempo. La recitazione è al di sopra di ciò che la maggior parte si aspetterebbe in un film con questo tipo di argomenti. Franciosa era un attore sottovalutato che avrebbe dovuto ottenere ruoli migliori. Anche così ha messo tutto se stesso nei ruoli che aveva e si vede in questo. Mercier è altrettanto all'altezza del compito di abbinarlo dalle prime scene insieme fino all'ultima. E Peter Carsten nei panni del dottor Carmus, un fantasma che una volta era un visitatore come Forster, fa anche lui un ottimo lavoro.
Un paio di anni fa la Garagehouse Pictures ha rilasciato questo film nella migliore versione che si possa mai trovare. Il film è stato completamente restaurato e masterizzato in codifica AVC (2.35) del negativo teatrale originale e si vede. L'immagine chiara, nitida e pulita alla vista è sorprendente. In aggiunta a ciò, il film è ricco di extra. Il soggetto e la sceneggiatura qui sono di Bruno Corbucci e Giovanni Grimaldi, in realtà la storia si basa fortemente sui racconti "Berenice" (Poe ne accenna anche all'inizio del film quando parla nella taverna dei suoi 32 denti bianchissimi) e "La sepoltura prematura" di E.A. Poe. Le musiche di Riz Ortolani sono inquietanti e anche qui abbiamo una interessante associazione Franciosa-Rhode Island (come in "Tenebre" del 1982) per quanto riguarda il luogo del misfatto (nel film di Argento è stato il luogo dove il killer ha subito il trauma scatenante, nella spiaggia). Le ambientazioni gotiche e spettrali sono davvero suggestive (candelabri, portoni enormi, armature, arazzi, tappeti, ampi specchi, arredi barocchi in legno, vecchi coltelli alle pareti, lampadari fatiscenti, ragnatele onnipresenti, ritratti ovali e pendoli...e qui due ulteriori romanzi famosi del celebre scrittore, tendaggi pesanti, scale a elica etc. tutto è stato studiato ad arte), sfortunatamente il personaggio di Poe è stato relegato a un ruolo di secondo piano e risulta quasi irrilevante ai fini della trama, ma Klaus Kinski cerca di fare del suo meglio.

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All'inizio pensavo ci fossero alcune incongruenze "logistiche" nella trama...il castello di Blackwood, nel film, si trova a Providence (capitale del Rhode Island), ma durante il film ci sono diversi riferimenti alla city di Londra e alla 'Nuova Inghilterra' (che è la regione più a nordest degli Stati Uniti, composta da 6 stati tra cui appunto il Rhode Island), Allan Poe e Alan Foster sono americani, ma Alan dice a Elisabeth di vivere a Londra...dove sembrerebbe ambientata anche la scena della taverna all'inizio, nella quale Poe beve dell'ottimo cognac inglese. Anche lo stesso fratello di Elisabeth (Thomas, uno dei pochi sopravvissuti di quella festa) dice a un certo punto di dover rientrare la notte stessa a Londra per ragioni di lavoro...e la distanza è ovviamente impossibile da coprire in un paio d'ore (c'è un oceano di mezzo). Inoltre a un certo punto gli ospiti parlano di un futuro viaggio da fare "in Europa" (Francia, Italia, Spagna) ma la'Inghilterra già allora (siamo a metà circa del XIX secolo, dato che Poe è morto nel 1849) faceva parte dell'Europa, così come il New England degli Stati Uniti. Così ho pensato che tra doppiaggi, ridoppiaggi e adattamenti, probabilmente si fosse perso qualche pezzo per strada...poi mi son visto l'originale in bianco/nero, dove effettivamente non ci sono dubbi sul fatto che le ambientazioni siano inglesi (vengono inquadrati subito il Tamigi, il Tower Bridge e il Big Ben), scoprendo che 'la collina di Providence' dove sorge il castello è un luogo immaginario nei paraggi di Cambridge (nonchè il nome di un fabbricante di armadi), a circa 100 km dalla city londinese, percorribili perfettamente in due di carrozza come viene detto nel film. Resta da capire perchè si sia scelto proprio quel nome, che rimanda subito sicuramente al Rhode Island, evidentemente è una città che piaceva particolarmente a Franciosa (nato a New York, non troppo lontano da Providence, quella vera). Poi finalmente ho scoperto casualmente che è anche la città di nascita di un altro famoso scrittore di romanzi horror (Howard Phillip Lovecraft).
Un ottimo gothic-horror made in Italy.