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GLI AMANTI CROCIFISSI regia di Kenji Mizoguchi

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Tumassa84     9 / 10  19/11/2010 05:18:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come per "Vita di Oharu" tratto da un romanzo di Ihara Saikaku, Mizoguchi Kenji attinge nuovamente ai classici dell'epoca Edo, questa volta scegliendo un'opera dell'importante autore di kabuki e bunraku Chikamatsu Monzaemon. In quel periodo, moltissime erano le opere incentrate su amori illegali, che finivano sempre tragicamente con il doppio suicidio (shinju) o con la crocifissione, come accade in "Amanti Crocifissi".

Con quest'opera, il Maestro ci mostra ancora una volta la meschinità della società, la viltà del denaro e la falsità e l'opportunismo dei rapporti tra le persone. Se però alla maggior parte delle protagoniste dei suoi film passati non era concessa alcuna via di fuga da questo mondo crudele ed ingiusto, O-San riuscirà perlomeno ad assaporare momenti di pura felicità grazie al sincero amore per Mohei, con il quale fugge inseguita dagli uomini di suo marito. La società non può accettare un sentimento forte e puro come il loro, quindi ciò che li attende non sarà altro che la crocifissione. Ma sulla strada verso il luogo della loro esecuzione, O-San potrà mostrare un volto fiero e felice come mai prima.

Dal punto di vista della regia, Mizoguchi si conferma uno dei migliori registi mai comparsi sulla Terra, con una fotografia eccezionale e alcuni piani sequenza memorabili, come quello sulla barca, anche se tale tecnica è meno utilizzata rispetto ad altri suoi film. Sicuramente il lato tecnico più apprezzabile è l'utilizzo della colonna sonora, che, come accade nel teatro tradizionale giapponese, sottolinea gesti e stati d'animo dei personaggi e va spesso a sostituirsi ai normali effetti sonori.