Boromir 8 / 10 14/01/2022 01:42:57 » Rispondi Forse la più oscura e degradata rappresentazione dell'angoscia adolescenziale contrassegnata da abuso di droga e prostituzione nella Berlino di fine Anni Settanta, ben lontana dalla stilizzazione di Trainspotting e Requiem for a Dream (che, d'altro canto, coinvolgevano individui notevolmente più anziani). La cronaca confezionata dal regista tedesco Uli Edel si caratterizza di una fotografia dalla grana putrida, pertinente ad esaltare la cupezza di ambienti di gelido squallore, microcosmo e macrocosmo di un fermento urbano che si aggrappa alla presa di coscienza e alla volontà di redenzione. Il sapiente tocco intimista, veicolato anche dalla voce narrante della protagonista, fa tracimare un disagio e delle insicurezze che, nel bene e nel male, tutti ci accomuna. Sullo sfondo, evanescente e quasi soprannaturale, la trasfigurazione di un David Bowie mai più così divino. È forse un titolo un po' lungo, ma a oggi è tra le poche discese gli inferi cinematografiche davvero capaci di farti chiedere il bis dopo averti distrutto l'anima.