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NOI I RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO regia di Uli Edel

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     7 / 10  24/02/2012 01:47:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cinematograficamente non è esente da un certo numero di pecche. Lo stampo seccamente documentaristico (e biografico) col quale si affronta la storia finisce per togliere pathos all'evolversi della vicenda terribile di questa ragazzina che neanche adolescente finisce nel vortice dell'eroina e della prostituzione minorile. La trama conosce alcuni momenti di stasi e di ripetitività e qualche buco (vedi la "scoperta" da parte del compagno della madre della dipendenza di Christiane e l'assenza di uno scontro con la madre, un aspetto che sarebbe stato interessante approfondire).
Ma non si può rimanere colpiti, straziati dalla potenza drammatica di certe immagini - i sintomi da crisi d'astinenza, l'autoconvincimento dei personaggi a staccarsi dalla dipendenza di cui percepiamo subito la vacuità -. Non sarà il primo in assoluto ad affrontare il tema dell'uso di eroina (Panico a Needle Park) ma di sicuro è uno dei primi a documentare in maniera realista il vortice di follia in cui finiscono i tossicodipendenti. Risente forse degli anni al giorno d'oggi, quando altri film più "autoriali" hanno parlato di questa e di altre droghe, ma viene facile pensare all'effetto che ha potuto sortire all'inizio degli anni '80. Un film di stampo indipendente, diretto da un regista quasi debuttante e attori giovanissimi e inesperti - scelti per rendere al meglio il realismo dell'ambientazione -, ma di sicuro una delle pellicole più efficaci e di miglior impatto sull'argomento. Insomma uno di quei film che ti convince una volta e per sempre a non far mai uso di quello schifo.