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THE UGLY SWANS regia di Konstantin Lopushansky

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  21/05/2015 13:42:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vedendo "The Ugly Swans" impossibile non pensare a Tarkovskij, e non è un caso che la pellicola sia tratta da una novella dei fratelli Strugatski, ovvero gli sceneggiatori del maestro russo in occasione di "Stalker".
Lopushanskij ingradisce quel sentiero tracciato anni fa dal suo mentore, cercando di evocarne le suggestioni attraverso un inquietante affresco distopico in cui l'incomunicabilità diventa la tematica centrale dello scontro tra culture.
Da una parte c'è l'uomo con le sue imperfezioni e l'incapacità di guardare avanti ed evolversi, vincolato a una mediocrità dalla quale sembra essere schiavo tanto da preservarla a costo di una guerra.
Dall'altra ci sono gli idroliti, esseri misteriosi, probabilmente frutto di una mutazione, depositari di saggezza e conoscenze delle quali fanno dono a bambini umani particolarmente intelligenti, in un passaggio che alle istituzioni appare come una minaccia per la società costituita.
L'insensibilità scientifica annulla le emozioni, il sentimento viene barattato in cambio del sapere. Non vi è ragione o torto, solo fazioni incapaci di cooperare, di unificare i propri pregi per sminuire i propri vizi; inevitabile quindi lo scontro, fomentato dall'ignoranza nei confronti del diverso e dalla paura dell'ignoto.
L'uomo reagisce secondo una visione conservatrice e retrograda, gli idroliti snobbando con alterigia, incapaci di entrare in connessione emotiva con una razza ritenuta sorpassata.
L'unico in grado da fungere da anello di congiunzione sembra lo scrittore Victor Banev, desideroso di riportare a casa la figlia finita tra gli allievi eletti di quella strana comunità.
Il suo viaggio lo porta quindi a Tashlinsk, città battuta da una pioggia incessante causata da misteriose alterazioni climatiche e ripresa con tonalità rossastre da una fotografia a dir poco allucinata.
Toni rarefatti e suggestioni da apocalisse incombente annullano totalmente l'azione a favore dell'analisi sociale; temi svariati e scottanti come integrazione, indottrinamento e prevaricazioni sono traslati in un mondo immaginario che è equivalenza del presente in cui viviamo.
Lavoro concettualmente di spessore al quale si possono condonare alcuni passaggi a vuoto, su tutti la risicata definizione di buona parte dei personaggi e la costruzione di sequenze tutto sommato superflue.