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ADOLESCENZA TORBIDA regia di Luis Buñuel

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Invia una mail all'autore del commento wega     8½ / 10  21/07/2009 13:12:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Proprio Luis Bunuel, che stava per uscire dalla sala in cui proiettavano "La Dolce Vita" durante la sequenza del miracolo, decise di iniziare questo suo 4° lungometraggio in terra messicana, proprio con un miracolo. Non fosse altro che ad invocarlo è Susana, incarnazione di Satana, del maligno, una giovane bella e sensuale – che anticipa la tentatrice di "Simon del Deserto", tra l' altro ultimo film del regista del periodo messicano – che riesce a scappare da un istituto di detenzione giovanile, tra mostriciattoli alati e ragni pelosi. Il carattere melò di "Adolescenza Torbida" è un pretesto che adotta Bunuel per rompere gli equilibri, lacerare e rovesciare (quel taglio dell' occhio se lo porterà avanti fino al 1977) le funzioni dei componenti (criticandoli dunque come da tradizione surrealista) della famiglia di quel microcosmo "borghese" fatto di valori fasulli, come la religione, la famiglia o l' esercito, in cui andrà a finire la giovine Susana in una notte buia e tempestosa. C' è Don Lupe, il patriarca che rappresenta il valore della famiglia, e la moglie Carmen, forse ancora più conservatrice in quel senso, e del tutto cattolica (eloquente la sequenza della flagellazione di Susana per mano propria). C' è il figlio Alberto, verosimilmente rappresentate il piccolo borghese intellettuale; il fattore Jèsus (non a caso) rude e dall' istinto animalesco, che dell' "amour fou" surrealista è il portavoce. A far da collante a questi personaggi, perché sarà l' unica a non cambiare dall' arrivo di Susana, è Feliza, anziana governante, colei che c' ha visto lungo sin dall' inizio, ma anche quella "più cattolica", e forse proprio per questo, Buneul le ha dato la caratterizzazione più buffa tra tutti i componenti della piccola comunità. E' un film che gioca tutto sulla sensualità della protagonista (veramente bellissima), che farà emergere contraddizioni in ciascuno dei ruoli dei personaggi citati, rischiandoli ad un collasso generale. Significativo e tipicamente bunueliano il finale, beffardemente happy-ending, dove saranno le forze armate a riportare l' ipocrita quiete nel villaggio, e Susana nel riformatorio. Formalmente eccezionale e con una sceneggiatura brillante. Grande Buneul.
Invia una mail all'autore del commento wega  21/07/2009 16:34:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ohu, d' accordo che l' ho controlcanciato..ma dal mio Word sia chiaro.
Invia una mail all'autore del commento wega  21/07/2009 16:49:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Oh Jello, c' ho la paranoia, non penserai, e quindi di conseguenza anche altri, che l' abbia copiato da un altro sito?