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TAXI TO THE DARK SIDE regia di Alex Gibney, Eva Orner

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  27/11/2009 14:47:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mediante un’analisi perfetta questo documentario mostra come sia stata possibile l’escalation violenta scatenatasi nei confronti di presunti terroristi ,incarcerati dal governo americano, nelle terrificanti e ben note strutture di detenzione approntate dopo l' 11 Settembre 2001.
Tutti abbiamo ancora in mente le angoscianti immagini scattate ad Abu Ghraib durante interrogatori,o meglio,sessioni di tortura, votate all’umiliazione totale dei prigionieri con annessa relativa eliminazione di ogni dignità umana.La pellicola si sofferma non solo su questo famigerato episodio,ma racconta degli orrori perpetrati anche nella celebre Guantanamo e a Bagram.Proprio da un omicidio commesso in quest’ultima struttura Alex Gibny prende le mosse per divulgare con grande lucidità e per mezzo di inattaccabili prove, il comportamento incredibilmente deprecabile da parte del governo americano.
Arrivare a contravvenire la Convenzione di Ginevra lascia ben intendere quali metodi siano stati utilizzati nei confronti di uomini il più delle volte innocenti,costretti a subire maltrattamenti fisici e psicologici sfocianti più volte in gravi lesioni fisiche e in disturbi mentali.
Gibney spiega le motivazioni di tale approccio repressivo,mirato a dimostrare all’opinione pubblica l’eccellenza dell’operato americano,all’apparenza efficiente nello scovare e punire chiunque lo meriti.
Vengono sciorinati nomi e cognomi di importanti politici che a partire dall’ex presidente Gorge W. Bush, per poi scendere di grado,hanno dato il proprio benestare all’operazione riuscendo grazie ad un approccio ambiguo e mai eccessivamente esposto,a raggirare la legge e a mettersi al riparo da qualsiasi accusa di violazione dei diritti umani.Gibney intervista i soldati che causarono la morte di un detenuto a Bagram e mostra come essi abbiano pagato giustamente in prima persona, contrapponendo l’intoccabilità di chi aveva “permesso” loro di scatenare gli istinti più sadici e violenti.
A chiudere la pellicola le parole del padre del regista,che da ex combattente illustra con sapienza quella perdita morale che contribuisce a rendere gli uomini sempre più simili a bestie spietate.