caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

INSIDE - A L'INTERIEUR regia di Alexandre Bustillo, Julien Maury

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
oh dae-soo     7 / 10  25/08/2011 12:11:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE: il commento contiene anticipazioni.

Sono davvero in difficoltà. Se c'è una piccola qualità che mi riconosco è quella mantenere sempre una certa obiettività tanto nei commenti quanto nei voti. Ovviamente, malgrado sfiori l'ossimoro, parlo sempre di un'obiettività soggettiva nel senso che tento sempre un'analisi personale di pregi e difetti, analisi che peraltro può risultare completamente sbagliata. Per questo con A l'interieur non voglio nè gridare al capolavoro facendo prevalere il mio lato "malato", di genere, perverso, nè massacrarlo mettendone in luce il fine e i mezzi che utilizza per ottenerlo, tirando fuori il mio lato fortemente etico e misurato. Meno male che c'è un terzo lato, quello più "tecnico" di ragazzo amante della scrittura del film che mi permette comunque di ridimensionarlo.
Premessa lunga e noiosa, ma doverosa.
A l'interieur è un film estremo, probabilmente il più violento e malato che io abbia mai visto tra la filmografia "ufficiale", ossia quella distribuita senza (quasi) alcun problema. Il "quasi" ha motivazioni a forma di stivale ovviamente.
Sarah ha perso il marito in un incidente stradale nel quale lei stessa è rimasta coinvolta. Era incinta del 5° mese. Ora, 4 mesi dopo, è pronta comunque a dar la luce il bambino ma l'ultima notte prima del parto riceve la visita din una donna. Quella donna vuole qualcosa. Quella donna è pazza.
Diciamolo subito, la sceneggiatura del film lascia alquanto a desiderare, e non solo per i numerosi errori che vi si possono trovare ma anche per l'esilità, la sottigliezza della stessa. Sembra quasi che i due registi non abbiano nemmeno voluto sviluppare il soggetto ma solo pensato a rendere la propria pellicola un vero e proprio mattatoio inserendo una scena dopo l'altra di sconcertante brutalità. E' vero che spesso nel cinema la semplicità paga, ma il sospetto che la fragile impalcatura sulla quale il film è sorretto sia servita solo a un pantagruelico gran guignol è forte. Il fatto però, è che A l'Interieur sconvolge, stordisce, shocka, e a noi deviati, malati, patologici fruitori (anche) di un certo tipo di cinema è questo che interessa. Sinceramente dopo aver letto la trama mi si erano subito rizzate le antenne, ero pronto a demolirlo perchè convinto che il film fosse eticamente inaccettabile (torture a feti o altro). Anche se in modo malato e assolutamente contestabile, è vero semmai il contrario, il film giustifica tutta la propria violenza proprio per amore della vita futura .
L'atmosfera è eccezionale, a volte inquietante (come ad esempio nel dialogo con il portone di mezzo) altre visivamente incredibile (come in tutta la mattanza). Chiari rimandi ad Argento -il guanto nero, gli omicidi di "taglio", con armi bianche- ma addirittura al Blow Up di Antonioni ( in una sola scena ma in un modo veramente palese -foto in un parco, persona dietro i cespugli, ingrandimento-). Le attrici sono strepitose, ulteriore conferma che il cinema horror francese è al femminile ( A l'interieur, Frontiers, Martyrs, Them) e sa scegliere le proprie interpreti in modo favoloso.
Sui truculenti effetti speciali (e visivi talvolta) delle uccisioni mi tolgo il cappellaccio, sono uno più incisivo dell'altro (la morte della madre o il cesareo finale ad esempio).
Però non si possono disconoscere la gratuità di alcune scene, gli errori di altre o alcune scelte veramente inconcepibili. Tra tutte impossibile non citare quelle che riguardano il 3° poliziotto che prima piomba in un appartamento che pare una macelleria ma non si preoccupa minimamente di cercare il colpevole o mettere in sicurezza se stesso e gli altri, poi "resuscita" per regalarci una scena talmente assurda e incomprensibile da rischiar di rovinare un'intero film. Almeno è un personaggio che ha una propria coerenza non solo perchè era uno zombie sia prima (per la sua stupidità) che dopo, ma anche perchè voleva aggiustare quei c.azzo di fusibili e imperterrito ritorna quindi a trafficarci anche dopo la "rinascita". Quando si dice senso del dovere...
Orribili e inutili le scene computerizzate del feto, tese forse a creare una specie di empatia con lo spettatore.
A l'Interieur, infatti, tenta timidamente di raggiungere anche una certa profondità raccontando a suo modo le due diverse sfaccettature della maternità ovvero il bisogno di essa (nella pazza) e il senso protettivo che ne consegue (in Sarah) ma fallisce il tentativo perchè è talmente premuto l'acceleratore dello splatter e della violenza che le motivazioni che vi sono alle spalle vengono presto dimenticate dallo spettatore o messe in secondo piano. Anche se una certa componente drammatica -individuabile soprattutto nel martirio della protagonista- è avvertibile più di una volta, specie quando le due ragazze sono ancora sole, non sono subentrati ancora gli altri personaggi.
In definitiva un capolavoro del sottogenere più violento dell'horror ma anche un film tutt'altro che perfetto, forse anche furbetto, senz'altro troppo improntato allo shock visivo e al gusto del macabro.
Comunque non si dimentica presto, questo è certo.
Dexter '86  22/11/2011 15:06:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono sostanzialmente d'accordo col tuo commento, anche a me la scena del poliziotto-zombie è sembrata priva di qualsiasi senso logico.
76eric  25/08/2011 13:58:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Oh dae soo, condivido il tuo commento in toto su pregi e difetti. La Dalle è fenomenale. Visto che sei un amante dell' horror francese, prova a guardarti Cannibal love - mangiata viva.
oh dae-soo  25/08/2011 14:22:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non lo conoscevo in effetti, grazie.
Non è che sono un amante dell'horror francese, sono loro a farsi amare :)

Ciao!