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SHERLOCK HOLMES: SOLUZIONE SETTEPERCENTO regia di Herbert Ross

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elio91     7½ / 10  12/02/2012 23:27:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ricordo la lettura dell'apocrifo più famoso di Sherlock Holmes anni fa, da ragazzo; mi piacque tantissimo ma l'avevo quasi dimenticato. Questo film traspone da quel che ricordo fedelmente il libro di Meyer, interessantissimo già di suo.

Un bell'approfondimento su Holmes, su alcuni dei temi più interessanti che con ogni probabilità a Doyle non interessava per nulla sviscerare (ad esempio il totale disinteresse per il gentil sesso tranne il caso della Adler). O ancora l'odio profondo per la Nemesi Moriarty. La spiegazione di Meyer è tanto esagerata quanto verosimile ed affascinante, e tira in ballo anche Freud in uno scontro/collaborazione memorabile. Non deve stupire dato che i fan dell'Holmes cartaceo (quello vero) troveranno nella pellicola pane per i loro denti con svariate citazioni ai racconti e romanzi del detective inglese e qualche altra chicca (come un accenno a Poe e il suo Dupin, non dirò altro).

Grazie ad alcuni pregevoli guizzi visivi il film non annoia mai e diverte tantissimo, più di quello che si potrebbe aspettare. E poi quella sorta di aria vecchiotta rende "Soluzione Settepercento" ancora più affascinante... Stesso dicasi per la scelta di rendere Holmes un uomo del suo tempo che incontra un personaggio cardine della storia novecentesca come il padre della psicanalisi.
Contribuisce alla riuscita un cast affiatatissimo, sorretto da tre pilastri (facciamo quattro con la presenza "diluita" di Olivier) come Williamson, Duvall e Arkin.
In particolare è apprezzabile il gioco delle parti iniziale laddove l'Holmes calmo e freddo sparisce per lasciare posto ad un uomo in preda ad una crisi di astinenza dalla cocaina, e il suo fido aiutante prende il suo posto come inappuntabile e sagace. Dura fino a un certo punto perché poi si ristabiliscono le "distanze" e tutto torna come nell'Holmes di Doyle. Certo anche fisicamente gli attori sono perfetti ai personaggi.
Insomma, dopo le molteplici ultime riletture del detective da parte di serie tv (riuscite) e film (tamarroni) è stato un film inglese del '76 a farmi tornare una voglia matta di riprendere in mano i volumi delle deliziose avventure di questo pilastro della letteratura gialla. A dispetto di Doyle che non lo poteva sopportare...