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THE FOOTBALL FACTORY regia di Nick Love

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  08/11/2013 09:32:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come un branco di belve feroci gli hooligans del Chelsea cacciano le loro prede nelle jungle urbane. Tendono imboscate, sfidano in campo aperto, elaborano piani per arrecare più danni possibili agli avversari. Il loro credo è un'empia trinità basata su botte/droga/sesso, uniche gratificazioni di vite spese ad attendere il tanto agognato weekend dove finalmente trasformare i propri insuccessi in violenza ferina.
Il calcio è solo un'illusoria attenuante, tanto che di goal e tackle non se ne vedono, e men che mai si parla di sport; ad interessare è solo il prossimo nemico da travolgere con la speranza che porti il nome del Milwall, da sempre antagonista per eccellenza della "tifoseria" blues.
Le contraddizioni di quello che è solo un idiota e pericoloso passatempo si ravvisano nel rapporto che lega i due boss dei rispettivi Firm, e poco importa se i sensi di colpa si materializzano sotto forma di incubi con bambini bendati a far da jettatori. Basilare è non mollare mai il gruppo, nemmeno quando il destino indulgente ti porge sul piatto d'argento la possibilità di poter cambiare pagina.
Nick Love gira con piglio semi-documentaristico senza affrontare alcuna indagine sociologica; le motivazioni restano in superficie anche se si percepisce uno sguardo critico nei confronti di un sistema inceppato, in cui ignoranza e mancanza di valori alimentano un malessere che ha nella violenta rivalità calcistica l'unica valvola di sfogo. "The football factory" parla schiettamente di un problema che pur arginato negli ultimi anni resta comunque preoccupante, pur risentendo della mancanza di un approfondimento più incisivo.
La riflessione più importante riguarda il confronto con la memoria storica della terza età, in una contrapposizione impietosa per questi nuovi barbari.