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GOMORRA regia di Matteo Garrone

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8½ / 10  22/05/2008 19:25:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Tu porti i soldi e io uccido la gente, siamo uguali io e te in questa guerra"

La guerra... l'emulazione che porta dei ragazzini a comportarsi come se fossero tra i vietcong di Platoon, il lancinante sparo che mitraglia il silenzio (ovunque c'è silenzio, complicità e fatalismo).
Un girone infernale, con il quartiere di Scampìa che sembra rievocare certi film sulla resistenza degli anni Cinquanta, ma qui non si parla certo di fascisti e comunisti... soldi, morte, delazioni, usura, cocaina, truffa: un mondo inerme dove c'è chi sfida il potere per emularlo (v. i due ragazzi che rubano armi alla camorra). Una sequela di vicende (frammenti che appartengono alla vita) che non hanno nulla del bozzetto o della caricatura, anzi Garrone riesce splendidamente a trovare uno stile asciutto e minimalista, anche nel calibratissimo stacco tra immagine e suono (merito del sound designer Leslie Shatz, già collaboratore di un certo Gus Van Sant).
Come la grande solitudine - pari al suo squallore - di Ciro, o l'ambiguità di Pasquale, che si è "venduto ai cinesi", o ancora Franco (Servillo, una maschera di cinismo ineguagliabile) e Roberto.
E in questo maelstrom urbano quant'è liberatorio proprio il suo rifiuto, com'è acclamato il bisogno di dire "io non sono come voi": un attore stupefacente, Carmine Paternoster, che - almeno virtualmente - rappresenta un pò l'eroe nazionale che tutti vorremmo avere.

"Gomorra" è dunque un film importante, girato magistralmente, anche se forse ha più il coraggio della sperimentazione tecnica che quella ideologica (un giorno spero di poter spiegare perchè) ma con almeno due sequenze che rimarranno tra le pagine più belle del cinema italiano degli ultimi vent'anni: l'agguato ai cinesi sullo sfondo di rovine di gesso o di marmo (un'excursus surrealista che preannuncia la decadenza "aristocratica" di un vero mondo post-bellico come la camorra) o l'iniziale faida nelle saune, dove per certi versi Cronenberg viene a patti con Piscicelli.

Per una volta, ripeto, nessuna forzatura di maniera, nessun retaggio paratelevisivo, nessuna enfasi populista: è un miracolo che in Italia esistano ancora film del genere
Harpo  22/05/2008 20:39:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
come sempre assolutamente perfetto, luca.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  25/05/2008 19:04:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie, ma ho fatto un errore: non era precisamente una sauna ma un solarium (sic)
The Gaunt  26/05/2008 10:21:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono errori come questi che mandano in vacca un sito. La prossima volta ti frustiamo.

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky  26/05/2008 21:08:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
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