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GOMORRA regia di Matteo Garrone

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marco86     9 / 10  01/06/2008 14:51:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non è un film su dei personaggi,ma è un film su un contesto,una sorta di impietosa analisi antropologica sul degrado culturale,umano,sociale,politico di una parte d'italia,simile però ad altre parti d'italia.una città punita da Dio,insomma,come il magnifico titolo suggerisce.

garrone,che già con l'imbalsamatore aveva dimostrato di essere bravissimo,sceglie a mio parere il metodo migliore per raggiungere il suo scopo:l'iperrealismo,che sembra quasi documentario per quanto è vero.
tutto l'opposto quindi dei pur bellissimi film americani sul genere che tendono alla spettacolarizzazione,finendo col rendere (loro malgrado,certo)criminali come scarface o il padrino dei veri e propri modelli.
in gomorra è tutto l'opposto:una macchina da presa e via tra le strade vere di storie vere con persone vere.e così si intrecciano i destini (che condividono una certa tragicità)di persone diverse,accomunate però da quel fatidico "contesto".

la camorra è trattata per quello che essenzialmente è:un fenomeno culturale,che per essere combattuto appieno necessita soprattutto di una battaglia,appunto,culturale.quindi anche chi non ha l'apparenza di camorrista,ma anzi non impugna mai una pistola e ha paura del sangue (come la figura del contabile)finisce comunque col far parte dell'ingranaggio,condividendo un certo modo di vivere e di ragionare.tant'è che un camorrista,di quelli veri,con la pistola,arriva a dirgli :"io ammazzo le persone,tu porti i soldi.siamo uguali".
oppure il personaggio del sempre bravissimo servillo:anche dietro la sua faccia perbene si nasconde la camorra,anche se lui,visto che non spara,probabilmente non se ne rende neppure conto.chi vive immerso nell'illegalità più totale,non si rende neppue conto che quello che fa non andrebbe fatto.

meriterebbe un trattato intero la scena finale.crudissima,senza speranza,bellissima.quei 2 ragazzi ricordano lontanamente il ray liotta di quei bravi ragazzi ("ho sempre desiderato fare il gangster").ma garrone,che come già detto decide di non spettacolarizzare nulla,osa mostrarci lo squallore di queste anime nel loro lato più torbido:quando vanno a *******,quando piangono dopo essere stati picchiati,quando di punto in bianco rapinano una sala giochi e quando infine vengono uccisi.in tutti questi momenti,mi sembrava di riconoscere tanti ragazzi che nella camorra non vedono un nemico,ma una famiglia.

altra scena da pelle d'oca:il ragazzino che per fare un favore al proprio clan fa uccidere la donna sua amica.il senso è che per diventare uomo (laddove per uomo si intende camorrista)bisogna mettere da parte i propri sentimenti e agire per l'interesse del proprio gruppo.come quando un suo amico lo minaccia quasi di morte per il semplice fatto che ora appartengono a due clan diversi.

per descirvere la camorra,ma un discorso analogo lo si può fare ovviamente per le altre mafie,non servono cifre che ricordino i morti ammazzati.basta rappresentarne appena 2 ore come ha fatto garrone,facendoci illudere di essere lì.dandoci fastidio,disturbandoci come se avessimo visto un horror.per questo trovo pleonastiche le scritte finali:al contrario di quello che pensa Lot più giù,questo film non deve puntare alla testa,ma allo stomaco.
marco86  01/06/2008 14:54:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
aggiungo,e concludo:straordinaria anche la ribellione del ragazzo collaboratore di servillo.una piccola goccia di speranza che non poteva non essere messa da qaulche parte.