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GOMORRA regia di Matteo Garrone

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Mizoguchi     5½ / 10  05/06/2008 09:13:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sentendomi in dovere di giudicare un film sempre "cinematograficamente" e non moralmente, Gomorra mi ha lasciato l'amaro in bocca...
Il film inizia alla grande con un sonoro da nave spaziale (che in realtà è semplicemente la ventola della doccia abbronzante) e una dissolvenza naturale cioè il passaggio dal nero all'incadescenza delle lampade, le prime battute, la musica neomelodica (che magicamente pur essendo perfettamente integrata al contesto ha spesso un effetto straniante, ma non è la prima volta che viene usata in questo modo) e una strage improvvisa: bello stile, secco, che lascia il segno...
Poi il film continua, montaggio serrato, coraggioso (non c'è una dissolvenza) però comincia subito a deludere, Garrone non è un regista da film corali, le psicologie abbozzate di tutti i suoi personaggi non valgono nemmeno una virgola dell'introspezione dei suoi due "noir" precedenti, forse vorrebbe tornare al ritmo delle sue prime commedie, ma il tutto non funziona.
Sulla camorra vista dal di dentro da personaggi "ai margini" aveva già detto tantissimo (e meglio) nell'imbalsamatore, qui invece sembra un ennesimo film di camorra come "pater familias" con qualche sparuto guizzo.
La sceneggiatura è piena di cliché e previdibilissima, il portasoldi che vuole tirarsi fuori ed è combattuto tra amicizia e desiderio di salvarsi la pelle, la traditrice da eliminare, i due scavezzacolli che sfidano il sistema, lo scaricatore di rifuti tossici cinico e il suo compare che si redime... (forse solo l'episodio del sarto è degno di nota)
Insomma più passa il film più mi rendo conto che Gomorra non è altro che una becera operazione commercial-intelletuale, in cui il grande indipendente si è "procacciato" con tanti quattrini il libro dell'anno e ne ha affidato il film alle mani di uno dei registi più talentuosi del recente cinema italiano, e cavalcando l'onda dei recenti problemi della Campania ha sbancato la francia, dove tutte le vicende del film appaiono naturalmente surreali.
Insomma solo un modo per dare un po' di cronaca nostrana agli intelletuali stranieri e non, che guarderanno, scuoteranno la testa, diranno qualche banalità su come è dura la vita a napoli e zone limitrofe e poi ovviamente continueranno a condurre le loro esistenze.
Insomma un film dal successo sicuro, che cinicamente sfrutta il parlare di sè a monte ma che cinematograficamente non funziona, è risaputo, prevedibile ed arronzato nella sceneggiatura.
Lo stile di Garrone si vede solo in qualche raffinato gioco di fuoco, le tonalità di colori e l'orchestrazione delle scene di uccisione che sono proprio quelle riuscite meglio.
L'unico episodio che funziona è quello del sarto che ha sicuramente più guizzi ed un paio di giochi metacinamatografici molto ben riusciti: il sarto che compare nello schermo di proiezione e l'episodio di scarlett j...
Poi ci sono delle scene una spanna sopra le altre e cioè l'iniziazione del ragazzo, i bambini che guidano i camion, l'emblematica immagine delle pesce buttate via che la dice tutta sulle schifezze che ci fanno mangiare qui e il dolly della fuga di ciro tra i cadaveri (anche se non capisco perché sia così rozzo e traballante)

Forse scandalizzerà questo modo di giudicare il film solo cinematograficamente ma non mi sento di nobilitare un film perché si arreca il dovere morale di portare delle problematiche dalle pagine scritte al cinema, il libro lo hanno letto già in tantissimi in italia e all'estero, quindi non c'era alcun dovere morale nè bisogno nel trasporre questo materiale su pellcola, del resto lo ha detto anche Garrone nelle interviste...

Attenzione però a non confondere i contenuti con la sceneggiatura, che è un'altra cosa e qui è, come già detto, banale...

Mi rammarico perché se vogliamo parlare di denuncia film come Gomorra circolano in centinaia di copie e documentari davvero importanti come "biutiful cauntri" non hanno lo spazio che meriterebbero doverosamente...

Piccola nota sonora, si è tanto strombazzato di questo tecnico del suono di gus van sant, poi alla fine sono andati fino in america per scoprire l'acqua calda e cioè dei suoni decontestualizzati o semplicemente più sintetici, complimenti ancora a Leslie Shatz che a volte fa sentire anche i "tac" tra un campione sonoro e l'altro.

Ah! e poi complimenti ai sottotitolatori che di fronte ad una marea di controluce e scene volutamente sovraesposte non si sono degnati di inserire almeno uno striminzito bordino nero alle scritte.

p.s.
da riscoprire "LaCapaGira" di Alessandro Piva, a cui il film è piuttosto debitore...
amterme63  05/06/2008 14:04:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il fatto è che la realtà stessa è piena di cliché e previdibilissima. La tua critica può essere estesa a tutto lo stile neorealista, se ci fai caso. Secondo me la riproduzione è ottima e convincente e questo può ampiamente bastare. Ovviamente è solo la mia opinione.
Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  05/06/2008 22:10:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non si può parlar male di questo film maledizione, è un grande capolavoro!
ferro84  05/06/2008 17:34:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il punto sostanziale è che non voleva essere cinema..........è una sorta di rappresentazione realistica della vita dei diseredati della Campania, non certo un manifesto di come si vive al sud (e ci mancherebbe altro che qualcuno lo confondesse con questo).

Ti posso assicurare, non so dove sei, che le situazioni (non le storie sulle quali forse hai ragione a dire un pò romanzate) sono molto riconoscibili e incredibilmente vicine alla realtà.

Mizoguchi  05/06/2008 18:14:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
no per carità, comunque abito vicino a via baku non se hai presente...
Mizoguchi  05/06/2008 21:09:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
cioè proprio a scampia...
peter-ray  29/08/2008 16:19:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
e allora fai una fiction TV come la "Piovra" e non ti freghi 8 a kranio euri al botteghino, forse era più onesto.
Mizoguchi  05/06/2008 18:20:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
per carità, diciamo, per essere un po' più conciso che come al solito mi dilungo troppo: il libro è preciso e doveroso, non serviva certo un film per chiarire certe cose, o almeno credo, quindi speravo in un discorso più cinematografico, più stilizzato, come del resto aveva saputo fare nell'imbalsamatore (che già aveva detto molto); è vero la vita può essere banale e prevedibile ma questo non giustifica certi semplicismi di sceneggiatura, per interderci come il ragazzo che se ne va lungo la strada perché non vuole collaborare più con servillo, una roba da film tv, cose che non succedono neanche nella vita reale.
amterme63  05/06/2008 21:03:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io invece mi sarei comportatao tale e quale a Roberto. Mi sarei proprio incamminato a piedi come lui.
Mizoguchi  05/06/2008 21:08:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bè certo e chi condivide lo scarico di rifiuti tossici abusivi?
ma dico che la sua svolta è banale, mal scritta e retorica (in riferimento alle battute che usa e alla trovata del contro campo lungo sulla strada).
scusa ti faccio una domanda in quanto a morale, avresti avuto un'opinione diversa del personaggio di servillo se non ci fosse stato il personaggio di roberto?
Invia una mail all'autore del commento wega  06/06/2008 12:14:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
oh senti, mi interessa questa cosa del contro campo lungo, che funzione avrebbe nel linguaggio del cinema, oppure che sensazioni ti ha dato in questo caso, premettendo che non ho visto la pellicola, è stato già usato da qualcun'altro?
Mizoguchi  06/06/2008 17:15:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bè sì, immaginati una strada con un po' di foschia in fondo, il tizio (in controcampo, cioè di spalle) che si allontana.
bè il campo lungo, quindi il personaggio fotografato abbastanza piccolo dà un senso di solitudine, oppure di emancipazione, oppure di entrambi, nel senso di una voce fuori dal coro, ma abbastanza sparuta, il controcampo, cioè il fatto che sia di spalle qui certo comunica la sua svolta il fatto che lui sia diverso da servillo, che prenda una direzione opposta.
Bè diciamo che è una tecnica antica andiamo dal finale di tempi moderni di chaplin (ti ricordi lui e lei che se ne vanno via? quindi qui le voci solitarie fuori dal coro sono almeno due...) citato poi da benigni nel mostro (mi pare).
poi c'è anche nel western ovviamente (dove i campi lunghi sono davvero tantissimi) nei film di guerra, e per non parlare dei cartoni animati (vedi ken il guerrerio per esempio).

Recentemente e forse è questo il paragone più pertinente Garrone stesso lo ha usato per la fine dell'Imbalsamatore, proprio sui titoli di coda... ti ricordi? credo che in Gomorra si sia autocitato proprio con questa scena...
Invia una mail all'autore del commento wega  06/06/2008 20:16:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sai che sono tutti film, e ci aggiungo meglio, che non ho ancora visto...quindi il controcampo è la ripresa di spalle? non lo sapevo, sapevo del campo-controcampo come cambio repentino di due soggettive, di due fazioni, o di una fazione e di un singolo, ad esempio in "Quel pomeriggio di un giorno da cani", che funziona particolarmente per l'eccellente montaggio..
Di Garrone zero però.
Mizoguchi  06/06/2008 21:58:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bè no in effetti ho usato il termine impropriamente diciamo allora "campo lungo di spalle" in effetti il controcampo si intende per ripresa opposta alla precendete qui stiamo parlando di una sola inquadratura...
ovviamente parlando di una ripresa frontale il suo controcampo sarà una ripresa di spalle, ma in effetti nelle inquadrature di cui parlavo il soggetto è già di spalle
Mizoguchi  06/06/2008 22:01:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ah per quanto riguarda garrone "l'ìmbalsamatore" e "primo amore" sono assolutamente da vedere, sono due grandi film davvero...
Invia una mail all'autore del commento wega  15/06/2008 23:20:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ok...cercherò di rimediarmeli. Ciao.
Mizoguchi  16/06/2008 12:12:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
;) non te ne pentirai
giax-tommy  05/06/2008 22:14:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Magari quello può essere un consiglio.Garrone ha evitato un suo punto di vista,è stato neorealista in tutto e per tutto e solo con il personaggio di Roberto forse ha voluto lasciare una sua firma,un suo parere.Probabilmente per lui,come anche per me,redimersi(perchè tutti noi napoletani,chi più chi meno siamo colpevoli di questa situazione)è oramai l'unica via di uscita,iniziare a vivere civilmente forse è la nostra speranza.Comunque dal punto di vista cinematografico hai fatto un commento perfetto,complimenti per la chiarezza e per la freddezza.
Mizoguchi  05/06/2008 23:14:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
per carità cinema a parte questo è quello che ci auguriamo tutti...
anche se sinceramente non ho molte speranze

forse il punto è: riusciremo a redimerci prima che ci redima la diossina o una bella eruzione?
giax-tommy  06/06/2008 10:47:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
speriamo nell'eruzione:rapida e poco dolorosa!
amterme63  06/06/2008 08:34:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Roberto è forse l'unico personaggio che proviene da un ambiente più ricco di stimoli culturali (il padre ha vissuto fuori Napoli) ed ha quindi acquisito una coscienza "altra" rispetto all'ambiente che vede. Per questo dice "Io non sono come voi, io sono diverso". Servillo invece rappresenta in maniera generale ma reale allo stesso tempo, chi ha "cultura" e la piega al bieco interesse. Chi si "adatta" e ne trae a sua volta profitto, anche se avrebbe i mezzi culturali per non farlo. E infatti è secondo me il personaggio "peggiore" del film, peggio di Don Ciro, peggio dei due ragazzetti, peggio degli scugnizzi e anche peggio dei boss, i quali hanno assorbito la camorra con il latte materno. Insomma l'imprenditore non ha scuse per quello che fa ed è questo che lo rende ancora più abietto. Roberto sperava di avere a che fare con un secondo padre, una specie di guida materiale; invece ha scoperto qualcosa che lo ha giustamente rivoltato. Come ho scritto nel commento la ribellione non può essere che morale. Senza una coscienza interiore si può benissimo accettare e convivere con la camorra. Questo me l'ha fatto capire il film Gomorra (mi devi scusare ma non ho molta cultura e quindi mi attrezzo solo con ciò che viene diffuso a livello di massa).
Mizoguchi  06/06/2008 12:07:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
no per carità mica devi buttarti così giù...
comunque sì è come dici tu, però credo che avresti comunque tratto le stesse conclusioni senza la guida del personaggio di roberto, diciamo seguendo solo il tuo "roberto interiore", che, a quanto pare, è molto forte...
ferro84  05/06/2008 17:36:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Garrone volutamente ci ha tenuto a non fare cinema e poi scusa non facciamo gli intellettuali, l'Italia è un paese dove nessuno legge quindi più gente conosce certe realtà meglio è
Delfina  08/06/2008 15:22:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravo, ottima recensione, illustri perfettamente tutti i punti deboli di questo film, ampiamente sopravvalutato.
Mizoguchi  09/06/2008 12:11:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bè grazie, malgrado non mi faccia piacere smontare garrone su cui riponevo grandi aspettative.
il problema della critica italiana è che, di fronte ad una generazione d'oro che va inevitabilmente scomparendo, vedi la recentissima scomparsa di dino risi, cerca di creare velocemente dei nuovi giovani maestri, facendo purtroppo loro del male, in quanto ne avvizziscono prematuramente la crescita stilistica...
Delfina  12/06/2008 00:28:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì, sono d'accordo, Garrone sembra essere stato travolto da un meccanismo più grande di lui, un meccanismo mediatico che è cominciato anzitutto dal libro. Proprio perchè avevo molto apprezzato "L'imbalsamatore", questo film è stato una grossa delusione.
Invia una mail all'autore del commento wega  05/06/2008 12:01:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questi sono i commenti che mi piacciono, il cinema, E' cinema, si fa con la macchina da presa, con un direttore della fotografia, con uno sceneggiatore, poi se ci sono anche i contenuti, i messaggi, beh meglio, ma chi vede solo questo, forse dovrebbe darsi alla letteratura.
gerardo  05/06/2008 13:55:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che "Lacapagira" sia un piccolo "capolavoro" è condivisibile, ma tra questo e Gomorra non c'è alcun nesso né di contenuti, né di stile, né di "finalità". Lacapagira è una commedia a tratti volutamente surreale, dove il "realismo" della microcriminalità barese è effettato dalle scelte registiche tanto da sembrare quasi romantico.
Gomorra è un'altra cosa.
Ora si può discutere sull'effettiva riuscita del film di Garrone, sulla (presunta) volontà del regista di sottrarre la propria autorialità per dare al film un effetto quanto più naturalistico possibile, quasi documentaristico; si può discutere persino sulla sua utilità (che per me resta pur sempre valida), ma mettere insieme film, argomenti e stili completamente diversi non ha alcun senso.
Mizoguchi  05/06/2008 13:58:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
appunto allora discutiamo del film e lasciamo perdere lacapagira
Terry Malloy  07/07/2008 14:30:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
percaso...ti chiami Ludovico?