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SANGUEPAZZO regia di Marco Tullio Giordana

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  25/05/2008 19:43:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Essendo da molti anni interessato alle vicende di Valenti e della Ferida (anche dai racconti di mio padre, che raccontava il timore che incuteva vederlo girare per Ve in camicia nera) ho trovato più che rispettabile la capacità di Giordana di manovrare una vicenda complessa, certamente non facile e fortunatamen- te meno demagogica di quanto potesse sembrare: un film sicuramente irrisolto e spesso romanzato in chiave paratelevisiva, con qualche dialogo francamente risibile e oltretutto qualche invenzione di troppo (il personaggio di Boni non è mai esistito, e la scena saffica con la Bellucci-Ferida sembra un'inutile espediente glamour) ma tutto sommato non privo di interesse.
Soprattutto l'enfatica e ispirata performance di Zingaretti che fa di Valenti un "martire di se stesso", mentre come al solito (ma meno del solito) la Bellucci fatica a mostrare davvero intensità, anche se nelle ultime sequenze - quelle dei Cento Passi verrebbe da dire - è davvero mirabile (come avrà fatto Giordana?).
Se è vero che Giordana è un regista spesso troppo affettato e idealista per convincere totalmente, bisogna ammettere che il film funziona anche nelle sue furbizie e negli ammiccamenti al sistema tv, così come l'idea di dare un taglio epico e tutto sommato "romantico" (per dirla alla Scurati) alla vicenda dell'amore più disperato e appassionato della storia del cinema italiano.

Anche se Giordana dice di non essere interessato dell'aspetto "ideologico" della vicenda, in certi frangenti (v. i partigiani divisi da diverse tensioni, o le divisioni del fascismo etc.) assistiamo alla mise in scene di una "rivoluzione" (fascista o partigiana che sia) dominata da certi moti individualisti.

La vicenda dell'eroe e dell'eroina, anche se a tratti raccontata con una certa freddezza, ispira un film che racconta due divi che finirono per sentirsi "i soli abbietti fascisti in un mondo di antifascisti", come aveva raccontato una volta Elsa De Giorgi.
Sicuramente interessante, anche se inventato di sana pianta, il personaggio di Alessio Boni: si direbbe uscito dalle pagine di un romanzo letterario europeo del XIX Sec.

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The Gaunt  28/05/2008 00:35:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per me il personaggio di Boni è modellato su Luchino Visconti.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  28/05/2008 20:40:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dici?
The Gaunt  29/05/2008 08:51:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Di famiglia nobile, orientamento politico decisamente a sinistra, omosessuale: il modello mi pare lui. Una coincidenza: ho letto che Pietro Koch fu condannato a morte mediante fucilazione e l'esecuzione venne filmata, indovina da chi? Luchino Visconti. Giordana ha affermato di essersi documentato moltissimo sulla vicenda di Valenti e della Ferida, quindi il nome di Visconti sarà sicuramente spuntato fuori nelle sue ricerche.