Dom Cobb 8 / 10 06/10/2014 23:26:23 » Rispondi La metafora è chiara come la luce del sole e neanche tanto impegnativa: il film è lo scrigno, le sette perle i rispettivi cortometraggi che lo costituiscono, il tutto in un'impostazione frammentaria ed episodica che ricorda molto "Musica maestro". Solo che, a differenza di quest'ultimo, Lo scrigno delle sette perle non solo vanta un'animazione migliore, ma anche delle storie migliori e, in generale, di un'atmosfera mille volte più riuscita. Continua la sfilata dei film episodici che la Disney è costretta a rilasciare alla fine degli anni '40 per risollevarsi dal disastro economico della guerra e qui, finalmente, si notano i primi segnali di ripresa dopo il tonfo dei due precedenti classici, l'inizio di una lenta risalita che culminerà con il successo di Cenerentola solo due anni dopo. Certo, di rado il film rasenta la qualità dei primi classici, ma già solo il fatto che ci vada così vicino è un fatto davvero encomiabile. Ad eccezione del segmento, leggermente fuori posto sia per stile che per contenuti, del piccolo ferryboat, ciascun episodio è la perla che dice il titolo: in alcuni il merito è da attribuire prevalentemente allo stile animato,
La sequenza di apertura, "Once upon a wintertime", è un fresco e godibile miscuglio dell'animazione standard dei cartoni di Paperino e lo stile raffinato di Fantasia, mentre ancora più vicino a quest'ultimo è la suggestiva rappresentazione del poema "Trees"
in altri al genere di storia che viene raccontato,
E' il caso del segmento finale di Pecos Bill, divertente quanto malinconico, accompagnato da una colonna sonora inusualmente solenne e da una cornice in live-action davvero simpatica.
in altri ancora dal connubio di entrambi gli elementi.
La frenetica "Bumble Boogie", con il povero insetto che viene letteralmente "aggredito" dalla musica di Rimsy-Korsakov, o il "Johnny Appleseed", dove alla intrigante vicenda del pioniere fa da sfondo il talento visivo di Mary Blair, o il soave "Blame it on the samba", che vede il ritorno di Paperino e José Carioca.
E di certo giova al prodotto finale una maggiore coesione nei vari stili musicali, ciascuno più virato verso un approccio classicheggiante rispetto al disorganizzato "Musica maestro", così come un minore insistere su elementi della cultura americana fini a sé stessi, rendendoli di fatto comprensibili ed apprezzabili anche da un pubblico europeo. Leggero, eppure insolitamente impegnato, spensierato, ma anche solenne, allegro ma costantemente spruzzato di malinconia, Lo scrigno delle sette perle si rivela un notevole passo avanti rispetto all'immediato passato: non raggiunge i livelli di un Fantasia o un Bambi, ma ha un sapore di gran lunga più disneyano dei classici che lo hanno preceduto e che, forse, meriterebbe di essere riscoperto per il tesoro che è in realtà. Ma questo non è che un breve accenno, un mormorio che annuncia quanto la Disney stia lentamente ritornando ai tempi d'oro...
Mezzo voto in più per l'apprezzamento da parte mia, che non mi aspettavo, e mezzo per sollevare un po' la media, a mio parere ingiustamente bassa.
ferzbox 07/10/2014 03:21:05 » Rispondi Bellissimo commento Dom Cobb,deve essere affascinante conoscere o provare a conoscere anche la Disney....mi hai fatto venire voglia di vederlo ;-)
Dom Cobb 07/10/2014 14:22:43 » Rispondi Grazie, e sì, in effetti riguardare tutti i cartoni Disney in ordine cronologico, dal primo all'ultimo, prestando particolare attenzione a quelli che ricordo di meno e a quelli che non ho mai visto oppure ho visto solo in parte, è un'esperienza davvero affascinante. Buona visione allora, spero ti piaccia quanto è piaciuto a me. Piccola nota, la versione streaming ha audio e video leggermente fuori sincrono.
ferzbox 07/10/2014 17:15:26 » Rispondi ok,grazie per la dritta ;-)