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ROVINE regia di Carter Smith

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oh dae-soo     6½ / 10  11/05/2010 01:22:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE, il commento potrebbe contenere anticipazioni.

Classica pellicola nella quale tutte le componenti "tecniche" prevalgono su quelle di scrittura.
Lo scheletro di sceneggiatura è il solito: gruppo di giovani dalla vita spensierata e promiscua di botto si ritrova a vivere un incubo che li vedrà morire uno dopo l'altro con il classico unico sopravvissuto. Lo scheletro è quello, vero, ma Rovine ha almeno un'ambientazione originale, uno sperduto tempio Maya in Messico. E allo stesso tempo originale è il "serial killer" che decima i ragazzi, nè umano nè mostruoso, ma vegetale. Però, come al solito sono vari gli errori ( 2 litri al giorno d'acqua per sopravvivere, perlopiù detto da un dottore...) le incongruenze (perchè i "selvaggi" si uccidono se toccati dalle piante? Non è mica il semplice contatto a portare la morte) e omissioni (quando era andato alle rovine il fratello del tedesco? Che sappiamo di queste piante?) di sceneggiatura che ci portano a fare troppe congetture quando forse era meglio spiegare.
La parte tecnica però è superba: una fotografia pulitissima, nitida, che ci fa apprezzare al massimo la bellezza del luogo (bellissima l'immagine dal fondo del pozzo con il cielo sullo sfondo); i giovani attori protagonisti che hanno facce giuste e buon mestiere; gli effetti splatter a dir poco perfetti anche se l'unica vera tensione si concentra proprio soltanto in questi momenti quando invece, in un horror ben fatto, dovrebbe coprire tutti i momenti "morti", quelli in cui accade poco. Il regista era probabilmente anche a corto di location se è vero che abbiamo praticamente solo la sommità del tempio e il ristretto pozzo. Da qui una certa ripetitività delle azioni che, inevitabilmente dà staticità al film. Mi sarei aspettato dei cunicoli sotterranei, o comunque qualcosa che aveese aperto nuovi scenari. Rimane un teen horror molto sopra la media, a suo modo originale e, ripeto, molto ben fatto. Da notare che nel film, mentre gli uomini diventano vegetali, la pianta diventa sempre più umana (ha coscienza, ci imita). Non da escludere a questo punto un messaggio ambientalista da parte del regista.