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GROSSO GUAIO A CHINATOWN regia di John Carpenter

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Invia una mail all'autore del commento Alan Wake     8 / 10  05/09/2013 17:28:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tra azione, umorismo e fantasy, Carpenter dirige "Grosso guaio a Chinatown", una pellicola d'avventura favolistica, forgiata da un'ammirazione per la cultura leggendaria e mitologica orientale.

Il camionista Jack Burton si reca all'aeroporto di San Francisco con l'amico cinese Wang Chi per ricevere la fidanzata di quest'ultimo. Una strana banda criminale praticante il Kung Fu rapisce, però, la ragazza, e Jack e Wang iniziano l'inseguimento.
Quello che troveranno in seguito è un mondo magico e mistico, vivente non solo nella fantasia e nelle credenze popolari cinesi, ma anche nel mondo reale e sotto gli occhi di tutti. Tra arti mistiche e poteri soprannaturali il personaggio di Jack Burton non lascia però spazio all'incredulità, mostrando tutta la sua tenacia e il suo rozzo coraggio.
Il film non si scosta dai blockbuster anni '80, esibendo diverse analogie, come la struttura visionaria ed avventuristica che ha proposto negli inizi del decennio "I predatori dell'arca perduta". Tuttavia tra i caratteri più conformi vi è proprio il protagonista pompato, armato e muscoloso, che tuttavia custodisce un atteggiamento goffo ed imbranato, apparendo il più delle volte ridicolo ed umoristico.
La volontà di Carpenter di creare lo stereotipo dell'eroe cinematografico americano ha lo scopo unico di minimizzare quest'ultimo. E' proprio in questo periodo, quello degli anni 80, che sono nati diversi eroi (tutti muscoli e proiettili, si potrebbe dire) Hollywoodiani, come John Rambo e John McClane (Die Hard).
Carpenter non cela il disprezzo che nutre per tale modello e lo fa dunque sembrare inutile, piatto e scontato di fronte alla cultura orientale, colma di epica occulta e miti popolari, speziata con arti marziali e stregoneria, elogiata con grande ammirazione dallo stesso regista.

L'eccellente reparto visivo (mai così folto ed accurato in un altro film di Carpenter) rende l'atmosfera accattivante e palpitante. La fotografia utilizza una vasta gamma di colorazioni vive ed accese, dando fervide tonalità alle scene che mettono in risalto una scenografia incantata ed immaginaria.
Inappuntabili anche i costumi e gli effetti speciali, visivamente gradevoli e minuziosi.
La regia elegante e maestosa pesa anche in questo film di culto, così come l'esaltante colonna sonora.