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SILENI regia di Jan Svankmajer

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BlueBlaster     7½ / 10  26/03/2014 02:10:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Davvero eccentrico questo regista!
Un'opera grottesca, ma che di horror ha poco nonostante il regista dica lui stesso che è un film dell'orrore all'inizio,che si potrebbe vedere più come un incubo (mi ha ricordato "Gothic" di Russel) ad occhi aperti...
C'è molta psicologia ma non potrebbe essere altrimenti visto che si parla di pazzia e della sottile linea di demarcazione che separa i cosiddetti pazzi dai cosiddetti "dottori"...alla fine del film si resta perplessi addirittura su quale sia la verità!
Gli "allegri intermezzi di carne" animati in stop motion sono delle metafore che fanno da narrazione extra (o spiegazione) di ciò che stia vedendo...però sinceramente non li ho amati per niente nonostante la loro eccentricità e l'ottima fattura realizzativa.
E' un film surreale, dai profondi concetti e ricco di scene che colpiscono lo spettatore con orgie, sangue, torture e blasfemia estrema che sono i pilastri che reggono questo film...davvero molti i dialoghi di spessore (se non esistenziali) che merita di essere ascoltati anche più volte!
La regia è curatissima con tantissimi dettagli, una fotografia deliziosa così come il montaggio di qualità.
Sembra strano ma la parte che mi ha più colpito, nonostante la pellicola sia piena di concetti e scene che restano impresse, è il commento iniziale del regista che tra l'altro dice:
"Fondamentalmente ci sono due modi per dirigere questo genere di posti ognuno ugualmente estremo. Uno incoraggia la libertà assoluta; l'altro il metodo conservatore e ben conosciuto di vigilare e punire. Ma c'è anche un terzo metodo che unisce e riassume gli aspetti peggiori di entrambi i metodi...è il manicomio in cui viviamo oggi!"
Ecco qui pensiamoci...il mondo in cui viviamo è appunto un sistema che ci controlla e punisce ma che al contempo ci lascia libero arbitrio!
Questo oltre ad essere un eccellente film sui manicomi è anche una generale riflessione sulla nostra società e pure un'occasione per disquisire sulla fede.
Come detto sempre all'inizio da Jan Svankmajer vi sono molti spunti della "filosofia" del marchese De Sade con tutto l'estremo che questo comporta.
Comunque il film mantiene sempre un atteggiamento raffinato ed una struttura narrativa neanche troppo sperimentale che permette la visione...certamente una visione impegnata ed impegnativa non per tutti i palati.
Come apprezzamento effettivo darei 7 ma mezzo voto va agli ineccepibili aspetti tecnici.
Un'opera che non lascia indifferenti