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KILLING BIRDS - UCCELLI ASSASSINI regia di Claudio Lattanzi

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Spotify     5 / 10  03/04/2017 01:05:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pensavo peggio, e invece devo ammettere che "Killing Birds" non mi è dispiaciuto.
La pellicola in questione è uno dei tantissimi esempi di zombie-movies italiani usciti negli anni 80, a seguito del grande successo ottenuto da Lucio Fulci con "Zombi 2" nel 1979.
Se alcuni film di questo filone sono praticamente inguardabili, come per esempio
"After Death", questo qui, pur mantenendo intatta la rozzezza che ha sempre contraddistinto i b-movie horror italici, riesce ad essere tutto sommato piacevole.
La trama vede un gruppo di studenti di ornitologia avventurarsi in una foresta proprio per studiare alcune specie di uccelli. A un certo punto incontrano una casa abbandonata, la quale, 20 anni prima, è stata teatro di un terribile massacro perpetrato dal dottor Brown al ritorno dal Vietnam. L'uomo, anche lui ornitologo, colse la moglie insieme all'amante e, preda di un raptus omicida, trucidò prima loro due e, in seguito, anche i genitori di lei accorsi sul posto. L'unico che Brown risparmiò, fu il piccolo Steve. L'assassino però, una volta compiuta la strage, fu aggredito dai suoi stessi, tantissimi, uccelli che teneva in gabbia. I volatili cavarono gli occhi a Brown, il quale, rimase cieco.
I ragazzi, decidono di passare la notte in quella casa. Presto verranno aggrediti da degli zombi, i quali altri non sono che gli stessi ex-familiari di Brown.
Lattanzi riesce a girare in maniera non completamente scontata in quanto, a lungo andare, crea una leggera tensione, la quale da un tocco di imprevedibilità al tutto.
A ciò, associo un altro fattore che, secondo me, è stato determinante nel tenere, in parte, a galla la pellicola. Tale fattore è il ritmo della narrazione adottato dal regista. Diversamente da quanto si potrebbe pensare, l'andamento del film è piuttosto lento, ma, non soporifero. La pellicola non va avanti trascinandosi, ma procede passo per passo fino a formare il giusto livello di suspense. Lattanzi si mantiene cauto anche sulle uccisioni. Di solito negli horror, una volta che avviene il primo omicidio, parte la classica escalation di violenza e sangue. In "Killing Birds" invece, le scene "forti" sono piuttosto contenute ed, intelligentemente, si susseguono ad una certa distanza l'una dall'altra. In questo modo, lo spettatore non subisce un'ondata improvvisa di brutalità visiva ma, ha la possibilità di respirare tra una sequenza e l'altra.
Putroppo però, come per quasi tutte le cose, c'è un rovescio della medaglia. Il problema infatti sta proprio nella rappresentazione della violenza stessa. Il director di fatto, rinuncia quasi completamente a mostrare lo splatter, il quale, in queste pellicole, è stato spesso l'asso nella manica dei registi. Lattanzi sembra che abbia voluto girare velocemente le scene dove i protagonisti finiscono preda dei morti viventi, per quale motivo, non ci è dato saperlo.
Il finale non è malvagio, presenta un colpo di scena che si, da un certo punto in poi diventa intuibile, però non è uno di quei mutamenti, propri delle pellicole del genere.
La scenografia, nel complesso, non è da buttare. E' sfruttata in maniera dignitosa dal regista, il quale, in alcuni frangenti, la riesce a rendere un po' più opprimente.
Tutto il resto, come prevedibile, lascia parecchio a desiderare.
Nessuno dei personaggi è valorizzato dal regista, nessuno desta interesse nello spettatore, anzi, probabilmente il dottor Brown che probabilmente era il soggetto un pochino più stimolante, meritava più spazio.
La fotografia, come spesso è accaduto per questi film, è presso che inesistente. Non c'è una benché minima impronta estetica.
Il montaggio è difettoso, ogni tanto tra una scena e l'altra ci sono degli stacchi orrendi.
Neanche la colonna sonora è di grande aiuto. Strano, perché di solito i b-movie nostrani, anche se mediocri sotto diversi aspetti, hanno sempre giovato di buone, e in alcuni casi ottime, musiche. Qui però non c'è una nota del soundtrack che resta impressa nella mente dell'astante o che enfatizzi una sequenza.
Il cast è scadente, attori tutti molto giovani e quasi sicuramente non professionisti. Si limitano a farsi guidare (in malo modo), dal director.
La sceneggiatura di tale Daniele Stroppa, eccetto per la sorpresa finale, è piuttosto ripetitiva e a volte pare ruotare su se stessa. Stesura dei personaggi scarsissima, alcune situazioni totalmente idiote e incomprensibili


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Poi c'è un impianto narrativo approssimativo e dei dialoghi da far accapponare la pelle. Insomma, il solito screenplay scritto con i piedi, non c'è da sorprendersi.

Conclusione: in fin dei conti, questo "Killing Birds" si lascia guardare, non promette niente di che, però ha qualcosa in più rispetto ad altri film del genere prodotti nel nostro paese. La sufficienza non si può dare, ma a questa pellicola un onesto 5, non glielo toglie nessuno.