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IL MISTERO DI SLEEPY HOLLOW regia di Tim Burton

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hghgg     7½ / 10  13/10/2014 23:28:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un bel film, nel 1999 poteva ben dirsi "l'ennesimo" bel film diretto da Tim Burton, non un capolavoro ma un prodotto valido e con più di una cosa veramente ben riuscita.

La parola chiave che rappresenta pienamente l'anima di quest'opera burtoniana è "Atmosfera", ossia la colonna portante su cui l'intero film si regge, su cui si reggono tutti gli elementi che lo costituiscono; questa atmosfera è stata resa possibile dalla creazione di una scenografia straordinaria, una perfetta ambientazione da cartolina morente, nebbiosa, oscura e dal sublime gusto goticheggiante e "dark" in piena alba del XIX secolo, nel classico paese di mèrda, sperduto e pieno di segreti, complotti, magia e superstizioni.

Un impianto scenografico eccezionale che avvolge tutto il film e di conseguenza guida nel suo "mood" regia, attori, sceneggiatura e, ovviamente, l'ottima fotografia che davvero rende piena e meravigliosa giustizia all'ambientazione del film, dandole perfettamente vita, donandole indimenticabili scorci oscuri, nebbiosi e inquietanti e creando di fatto tutti quegli elementi e quelle atmosfere che hanno saputo rendere memorabili molte sequenze del film.

Ed è soprattutto nella prima parte che il film riesce davvero ad appassionare e coinvolgere; Burton alla regia non è alla sua prova migliore e non riesce a tenere alta e solida l'attenzione anche nella seconda parte del film ma c'è da dire che è meravigliosamente a suo agio nelle atmosfere oscure e gotiche di quelle nebbiose brughiere ritratte da quella splendida scenografia e così ben fotografate, e l'occhio del regista non manca di regalarci momenti a dir poco memorabili (l'intro, l'arrivo al paese di Crane, il flashback sulla storia del cavaliere senza testa, la prima apparizione dello stesso, il massacro della levatrice e famiglia, la scoperta delle teste nell'albero dei morti).

Il film scorre benissimo fino a qui, sempre sospeso tra grottesco, fiaba-dark-popolare, horror e commedia con una sceneggiatura che gioca tantissimo sulle peculiarità vagamente comiche del personaggio di Ichabod Crane e gioca molto anche sul serio,l'inquieto e un po' di faceto, caratterizzando tra l'altro molto bene non solo la figura complessa e affascinante, ma sempre leggera e auto-ironica del bizzarro-serio protagonista, ma anche tutti i caratteristi e le figure secondarie che hanno un'anima e una personalità e che ti entrano in testa in dieci secondi, soprattutto la controparte femminile e il giovane figlio di una delle vittime che diventa poi "spalla" del protagonista ma così anche la figura del cavaliere smemorato (chissà dove ha la testa, dai passatemela questa :D) e dell'antagonista vero e proprio del film che si svela solo nell'ultimo quarto d'ora ma è molto ben scritto come personaggio; abile lo script a saperlo tenere in disparte per quasi tutto il film.

Nella creazione dei personaggi la sceneggiatura fa quindi un'eccellente lavoro e anche l'intreccio in generale, e la sua soluzione finale, non sono affatto male; è lo sviluppo della storia e del ritmo della narrazione che invece calano vistosamente nella seconda parte ossia quando i nodi della fusione tra razionale cupidigia umana e irrazionale magia nera e mondo dell'oltretomba vengono al pettine: proprio quando Crane è convinto ad affrontare l'irrazionale che è effettivamente presente e palpabile, esce definitivamente fuori con lo sviluppo dell'intreccio l'intrigo umano, vivo, razionale ma a quel punto il film rallenta troppo, perde di fascino e interesse e l'atmosfera e il "mistero" da svelare non coinvolgono più così tanto, la sceneggiatura qui non tiene bene il ritmo e la regia di Burton perde di forza e convinzione. Peccato che al momento delle rivelazioni il film diventi pesante e poco fluido (la scena nella chiesa, boh...) perdendo quasi tutto il fascino e la straordinaria atmosfera accumulata fino a quel momento.

Tuttavia grazie alla buona caratterizzazione e al carisma dei personaggi, oltre che alla bravura indiscutibile dei tanti attori in gran forma, il film resta discretamente godibile e si riprende poi per il finalissimo, trascinato da Crane e dalla potenza del carattere del Cavaliere senza testa. E Burton ci regala uno dei suoi momenti più macabri, grotteschi e impressionanti (pane per i miei denti) con la trasfigurazione del cavaliere nel momento in cui riceve indietro la sua testa da Crane, testa che da teschio si trasforma pian piano e disgustosamente nell'amorevole visino di Christopher Walken, che poi si piglia la cattiva e se la porta con se dentro l'albero dei morti; insomma una volta di più il film ha uno dei suoi momenti migliori quando spinge sul soprannaturale. Non male anche i flashback onirici di Crane sulla sua infanzia e sul destino della madre, con la contrapposizione tra moderna logica e irrazionalità, tra magia e superstizione che sono temi importanti del film.

Se la regia di Burton è buona ma non ottima ma davvero a suo agio in simili atmosfere, se la sceneggiatura non è eccezionale per l'intera durata del film per quanto riguarda lo sviluppo della narrazione ma riesce egregiamente a caratterizzare i personaggi e a creare buoni dialoghi con stile personale e particolare e se fotografia e scenografia creano atmosfere da 10 e lode, ci sono anche da lodare gli attori.

Depp era ancora nell'epoca della sua carriera in cui non sbagliava un colpo, un attore versatile, completo, espressivo, credibile, di grande talento che qui offre l'ennesima ottima interpretazione, sempre coinvolgente e divertente; è la sua terza collaborazione con Burton a 5 anni dalla precedente ("Ed Wood") e a ben 9 dalla prima ("Edward mani di forbice") e in tutti e tre i casi Depp ha davvero dato il massimo, la loro collaborazione negli anni '90 ha sempre corrisposto a risultati tra i migliori della carriera per entrambi; peccato per il dopo...

Christina Ricci, che a me non convince molto di solito, qui se la cava egregiamente e dire che leggenda vuole che la Ricci fosse una seconda scelta e che inizialmente Burton volesse la sua prima musa dicasi Winona Ryder che rifiutò (sarà per gli impegni della sua auto-biog... ehm del bio-pic "Ragazze interrotte", sarà per un certo "conflitto di interessi" con l'altro protagonista) e lasciò il posto alla sua ex-sorellina ai tempi di "Mermaids". La Ricci poi aveva già recitato con Depp in quello spassoso delirio non-sense di "Paura e delirio a Las Vegas" di Gilliam; tra i due c'è buona intesa e alchimia e la Ricci da vita bene al suo personaggio, un'interpretazione convincente questa volta.

Il cavaliere nero è interpretato da Walken ma visto che in quasi tutte le sue apparizioni il cavaliere non c'ha la capoccia, quello poteva anche essere mio cugino; Christopher Walken si vede giusto un paio di volte, nel flashback sul cavaliere da vivo e nel finale e non dice nemmeno mezza battuta, ma solo con lo sguardo e la sua terrificante espressività riesce a dar senso ad un personaggio e a risultare a dir poco memorabile; anche così, un attore eccezionale.

Miranda Richardson non raggiungerà qui i livelli della sua interpretazione in "Spider" di Cronenberg ma di sicuro anche la sua è un'interpretazione valida e convincente.

Poi c'è tutta quella serie di ottimi attori qui prestati a camei o a ruoli da caratteristi davvero ben interpretati, alcuni di questi poi erano già o saranno poi conosciuti per ruoli che ad oggi li hanno proiettati nell'immaginario popolare: troviamo qui infatti l'Imperatore Palpatine (nientemeno!), l'eccellente attore britannico e futuro Albus Silente, Michael Gambon e visto che non ci facciamo mancare niente c'è pure lo zio di Harry Potter, il Dursley. Bellissimo (non lo zio di Potter, la cosa in se); e non può mancare il grande vecchio Christopher Lee in un cameo all'inizio del film. E nell'intro abbiamo anche l'amichevole partecipazione di Martin Landau, che 5 anni prima con Burton aveva probabilmente dato vita alla sua più grande interpretazione (il vecchio, decaduto, morfinomane Bela Lugosi di "Ed Wood", commovente). Anche lui non dice una battuta ma è qui così, un cameo in amicizia.

Alla fine ci resta un bel film, con una gran prima parte e una seconda in calo ma che non danneggia poi eccessivamente la qualità complessiva dell'opera. "Il mistero di Sleepy Hollow" resta uno dei gioielli più convincenti di Burton ed uno dei film più esplicativi della sua poetica e del suo stile. Bello.
ferzbox  14/10/2014 00:29:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ammazza,come sezionare un film in tanti pezzetti piccoli piccoli.....
A momenti venivo inglobato da questo commento infinito....è stato più interessante del film(non èvero,mi spiace) ;-)
hghgg  14/10/2014 01:47:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"è stato più interessante del film(non èvero,mi spiace" Meno male, sennò sai che film di mèrda sarebbe stato :)
ferzbox  14/10/2014 12:42:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
eh eh ;-)