caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

THE BLAIR WITCH PROJECT - IL MISTERO DELLA STREGA DI BLAIR regia di Eduardo Sánchez, Daniel Myrick

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento kowalsky     5½ / 10  10/08/2006 14:16:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ci sono due modi, anzi tre, per valutare l'operazione-Blair Witch Project.
- A livello di marketing (il culto della paura, della leggenda che ha ispirato la storia, la vendita quasi contemporanea di libri sull'argomento, e magari pure il turismo macabro nei luoghi suddetti) merita 10, senza dubbio.
Un'operazione ANCHE tremendamente AMERICANA, per quanto gli autori insistano a voler tacciare di "purezza indipendente" il loro prodotto

- L'intenzione di costruire un film da niente che diverrà presto un oggetto di culto per tutti gli aficionados dell'indie (Corman e gli esteti dei sixties, lo spirito è quello ma più dissacrante) e al tempo stesso di erudirci sul fatto che questo è uno dei film piu' spaventosi di sempre, per quanto basato sulla "finzione" voto 7

- La scelta di un cast inconsapevole guidato da immagini di docu-drama degne di una scampagnata di boy-scouts, che gli autori amano interpellare ogni volta che l'ambiente, creando un'oscura minaccia, crea e distrugge relazioni e rapporti umani. Il modello non dichiarato è certamente "delive-rance". Stranamente ha fatto proseliti, un'operazione simile l'ha usata Van Sant per la strage della Columbine School voto 5

- Il film in sè, artisticamente nullo, ci spiega che noi vediamo e viviamo cio' che l'ambiente ci ispira. Per dirla tutta, l'uomo è influenzato dall'ambiente e reagisce agli stimoli positivi e negativi: capirai che novità voto 2

Insomma, la piu' grande truffa della storia del cinema, sinceramente astuta, congeniata come se fosse un'opera d'arte ( o la negazione di essa, cosa cambia in fondo?).

Come meccanismo popolare, Blair Witch ha toccato le corde giuste, arrivando a meditare sul senso artificioso degli effetti splatter (qui del tutto assenti), convertendo l'horror ai bei vecchi tempi di Val lewton e Tourneur, quando la paura era un'espressione empatica, medianica, e non aveva bisogno del sangue e del grand-guignol per esprimersi (la paura è sempre espressione inconscia della situazione reale)

Che io ricordi, il film è riuscito a spaventarmi proprio attraverso quel contatto con la natura malsana dei luoghi, mentre è espressamente una bufala aggiungere pretestuosamente simboli, tracce, lugubri scritte che fanno abboccare all'amo forse il pubblico piu' vuoto e meno intransigente, ma che - guardacaso - costituiscono l'appeal giusto per trovare sufficienti stimoli a interessarsi della storia.

Nel dubbio, tra indecenza e capolavoro, scelgo un voto salomonico. Anche se, per dirla tutta, e se la realtà supera la fantasia, non mi è affatto dispiaciuto sperare che quei tre idioti facessero una fine miseranda