Elly=) 6½ / 10 04/12/2011 13:22:26 » Rispondi Dal ricco materiale di Olle Lansberg, Bergman realizza un film che trova forte influenza neorealista, in particolare visione e stile appartenenti a Rossellini, dove la maggior parte delle scene è girata in esterni. Il porto fa contemporaneamente da sfondo e da primo piano, sottolineando i tratti neorealisti e lasciando in disparte quelli svedesi, anche se lo stile di Bergman persiste in maniera profonda.
In principio sembra che il protagonista sia Gosta ma ben presto capiremo che il film è centrato soprattutto su Berit. Il suo profilo psicologico viene svelato a piccoli passi, a mano a mano che il film prende vita. E' una ragazza che è stata al riformatorio, ha dovuto crescere da sola e in fretta, il fatto del suicidio mancato viene in qualche modo giustificato e l'idea della sua figura cambia flashback dopo flashback.
Il film presenta vari legami con altre pellicole del regista stesso. LA CITTA' NELLA NEBBIA fu di forte ispirazione per una pellicola successiva: PRIGIONE che scrisse insieme alla moglie di allora. La frase famosa "Perchè alcuni hanno tutto e altri non hanno niente?" e la stessa che ritroveremo nel film MONICA E IL DESIDERIO, enunciata sempre da una giovane protagonista vogliosa di libertà e presa dalla scoperta del primo amore. Due storie, due protagoniste, le difficoltà della vita, le conseguenze di amare qualcuno, andare contro una determinata società, tutto questo ambientato nei malinconici paesaggi marittimi nel Paese d'origine del regista:la Svezia.
La fine, inaspettata, porta un soffio di falsa speranza e di tristezza.
I ragazzi, dopo le varie battaglie e difficoltà, decisero di scappare, ma non si sa perchè (l'amore?) i due rimangono, uniti, pronti per combattere di nuovo, contro la vita crudele che gli aspetta, consapevoli della brutta fine che faranno ma convinti solo esteriormente che tutto andrà bene.