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L'ODIO regia di Mathieu Kassovitz

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GianniArshavin     8 / 10  09/09/2014 00:29:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pellicola cardine degli anni 90 , di difficile interpretazione e dai molteplici messaggi politici e sociali.
Alla regia un giovane Mathieu Kassovitz che sorprese critica e pubblico con quest'opera fuori dagli schemi e dalle logiche di mercato , che racconta una giornata di tre giovani della periferia parigina.
All'uscita venne accusato di essere una critica alle forze dell'ordine e alla loro strategia repressiva , mentre negli anni le chiavi di lettura sono aumentate facendo de "L'odio" una pellicola dai tanti risvolti su cui ragionare.
Diretto molto bene , ricolmo di frasi e/o momenti ormai entrati nell'immaginario collettivo , fatto di dialoghi volgari e citazioni a famosi film del passato , il titolo in questione scorre via veloce come un treno verso il crudo finale. I tre protagonisti rappresentano ognuno un modo di vedere/interagire col pericoloso e sbandato mondo delle periferie , dei quartieri degradati; ogni membro del trio è caratterizzato benissimo , non ci sono forzature o stereotipi ma solamente tre archetipi realistici e umani.
La pellicola di Mathieu Kassovitz malgrado una messa in scena fredda (b/n , una sceneggiatura che non vuole spiccare per la mole di situazioni proposte) riesce a far breccia nei cuori e nella mente dello spettatore , in modo positivo o negativo che sia; infatti è difficile rimanere indifferenti verso questa discesa nella violenza dei tre ragazzi , cosi come è difficile non farsi un'idea sullo scontro frontale fra poveri immigrati e forze dell'ordine e su tutto ciò che ne consegue.
Le sequenze estreme non sono poi cosi tante come ci si potrebbe aspettare , anzi il regista francese non eccede per quanto riguarda efferatezze e shock , ma si concentra perlopiù sui dialoghi e sulla psicologia , sulle logiche che governano i quartieri poveri di Parigi e sul modo di pensare ed atteggiarsi di chi li popola.
Sicuramente una grande mano alla riuscita del film (oltre alla fotografia e alla incalzante colonna sonora) la danno gli attori principali , fra cui spicca un Vincent Cassel non ancora famoso che ci regala una prova sontuosa nei panni del personaggio apparentemente più banale ma che invece è quello più complesso.
Dunque un film simbolo , amato da tantissimi a ragione. Il monologo iniziale e finale , la stessa conclusione , i personaggi e le varie riflessioni che propone rendono "L'odio" un'opera da recuperare assolutamente.