caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

UN'ESTATE AL MARE regia di Carlo Vanzina

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Marenco     5 / 10  30/06/2008 22:37:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Innanzitutto un sentito ringraziamento a questi signori:
1) Dino Cassio (episodio Banfi)
2) David Zed (episodio Izzo)
3) Roberto Della Casa (episodio Proietti)
4) Benito Urgu (episodio Proietti)
5) Lucio Salis (episodio Proietti)
6) Michele Gammino (episodio Proietti al doppiaggio)
7) Giorgio Gobbi (episodio Proietti al doppiaggio)
8) Maurizio Micheli (episodio Proietti)
9) Maurizio Mattioli (episodio Salvi)

grazie a questo film abbiamo avuto il piacere di rivedere volti e facce della commedia all'italiana degli anni passati che, per penuria di autori e registi, ormai sono destinati come animali in via d'estinzione a poche fugaci sortite.
Come definire questo film? Già la definizione di "cinecocomero" rende le idee più chiare: è un tipo di cinema fatto essenzialmente in previsioni degli incassi (in alcune sale addirittura il distributore chiede un costo fisso di noleggio, a prescindere dalla gente che andrà a vederlo), quindi senza grosse pretese...
Ma basta la comica finale scritto da un genio come Dino Verde (e menomale che hanno avuto l'accortezza di menzionarlo) a rendere pressochè impossibile il paragone con gli altri frammenti.
Da un tristissimo Banfi che ormai ha in testa la mania dell'attore "drammatico" e cerca di tirar fuori patetismi e nonnoliberismi anche da un episodio squallido e scontato come quello che apre la rassegna.
Si passa per un Ceccherini che comunque fa la sua parte con brio. Si continua con un noiosissimo, volgarissimo sacrilegio Comenciniano con la Brilli e Brignano (se uno come Brignano lo definiamo attore, cascano davvero le braccia). Si continua con altre cadute di tono: Izzo che irride la categoria dei diversi con battuttacce da caserma (ma si rivede il mitico robot Zed nei panni di un americano col vizietto che salva il salvabile) fino all'insulto alla memoria di Dino Risi (che per fortuna non ha fatto a tempo a vedere questo oltraggio) con l'"omaggio" ad un suo bellissimo film interpretato da Walter Chiari che qui cede il passo al Cipolla col telefonino che ha come suoneria rutti e scorregge. In passerella sfila la Falchi nei poco credibili panni di amante mantenuta a dare filo da torcere ad un insopportabile Ezio Greggio con baffetti da sparviero, accompagnato da moglie obesa. Si sprecano offese e luoghi comuni contro la categoria dei "ciccioni". Come se il colesterolo a mille fosse come la lebbra.
Si finisce appunto alla grandi con Proietti che ha sulle spalle praticamente tutto il film. Geniale infatti il filo conduttore tessuto con la trovata della sala doppiaggio. L'unico merito di Vanzina è questo.
Se anche stavolta se la prende con i critici, colpevoli di non condividere il suo tipo di cinema che va bene per le masse, vorrà dire che Carletto è davvero diabolico.
Pensare che 2 ore (troppo lunghe) possano passare al cospetto di 4 risate (facciamo anche tre), mal digerite, abbiano una rilevanza è offensivo al comune senso dell'umore...