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UN'ESTATE AL MARE regia di Carlo Vanzina

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THE_FEX84     4 / 10  23/08/2008 22:50:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo aver lanciato la moda dei"cinepanettoni",i fratelli Vanzina inaugurano con questo film un nuovo,temibile genere,ovvero"Il cinecocomero":la differenza tra i due generi si ha soltanto nel periodo in cui questi prodotti escono nelle sale,considerando che lo stile vanziniano del riciclo involgarito al presente della commedia all'italiana anni 60 rimane immutato,e la satira di costume è qualunquista e priva di mordente,nonchè quasi mai divertente.Con il pretesto di omaggiare il cinema di Dino Risi e il genere balneare a episodi,Vanzina saccheggia tutto il possibile,dimostrandosi incapace di gestire i tempi comici del segmento,e soprattutto di non riuscire a rendere credibili e attuali dei personaggi che nella commedia all'italiana di un tempo avevano la loro ragion d'essere,mentre oggi rimangono delle patetiche macchiette prive di spessore e di credibilità:e per non rischiare che lo spettatore si alzi dalla poltrona prima della fine del film,riempe il film di prorompenti stangone in costume da bagno(ma niente di più),per solleticare i desideri dell'italiano medio a cui dovrebbe essere rivolto un prodotto come questo.La lezione dai grandi maestri i due fratelli non l'hanno ancora imparata,ma anche se papà Steno non è riuscito a raggiungere il livello di certi capolavori diretti da Risi e Monicelli,almeno la buona volontà per cercare di raggiungerli ce l'ha messa,sfornando alcune deliziose commedie ancorate alla realtà non prive di cattiveria:perchè invece i Vanzina continuano a pensare che il nostro Paese sia popolato soltanto da coatti ignoranti che usano dei rutti come suoneria dei cellulari o da machi che si fingono gay per sbarcare il lunario?Esisteranno altre tipologie di italiani oppure è davvero questo il quadro generale dell'italiano medio anni 2000?Forse è inutile pretendere delle risposte,ma lanciare qualche segnale a vuoto ogni tanto fa bene alla salute,giusto per rendersi conto che quello che vediamo in alcuni dei loro film è quello che loro pensano di vedere nell'italiano di oggi,non accorgendosi che il loro modo di fare cinema è incapace di attenersi al costume contemporaneo.L'unico momento sincero in questo film,si ha soltanto quando Banfi,emigrante che torna al paese d'origine dopo essersi finto ricco per una vendetta,racconta commosso a sua sorella il fallimento della sua trasferta all'estero in cerca di fortuna;gli altri episodi sono nulli,compreso quello del tanto acclamato Proietti(visibilmente svogliato)in uno sketch che si rifà a un testo scritto da Dino Verde.