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IL DIVO regia di Paolo Sorrentino

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Reservor dog     9 / 10  16/04/2009 17:20:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ennesima dimostrazione di talento e classe da parte di Sorrentino che, da par suo, racconta la storia della figura più controversa e ambigua nella repubblica italiana del dopoguerra.
A pensare cos’abbia rappresentato il personaggio Andreotti per oltre quattro decadi, sembrerebbe davvero impossibile ricostruirne la figura e le vicende che ne hanno caratterizzato la vita politica così come quella privata, eppure, usando sapientemente i flashback e focalizzandosi su 4 o 5 periodi salienti, il regista ci trascina in una storia che sembra il frutto della mente contorta di un talentuoso scrittore noir. Ma siccome la realtà quasi sempre supera la più fervida delle immaginazioni, ciò che viene raccontato è (ovviamente in parte) la storia della famigerata “Prima Repubblica”.
Tra le tante lodi che bisogna fare al regista vi è sicuramente quella di mostrare tutto ciò che si è detto e scritto su Andreotti: il bacio a Riina, il benestare agli omicidi, la connivenza con la malavita, ecc. Ma questa è la verità che vediamo, che poi viene prontamente smentita dalla verità Andreottiana, che non è certo meno credibile della precedente e che induce a far vacillare ciò che davamo ormai per vero e inconfutabile. Perché ad Andreotti e difficile non credere: è calmo, pacato, colto, pronto alla battuta come a far valere il suo status di uomo politico, e mentre i suoi compagni di merende scappavano in Tunisia, si suicidavano, o venivano ripresi durante una sessione di tribunale con le bave alla bocca talmente la paura e la vergogna erano insopportabili, lui rimaneva al suo posto, impassibile, immobile, a disposizione dei giudici in qualsiasi momento e per qualsiasi chiarimento.
Innumerevoli processi, udienze, appelli e ricorsi non furono sufficienti ad infliggere una condanna permanente, e, piaccia o meno, la storia si ricorderà di Andreotti come uno dei pochi “non colpevoli” di quel riprovevole mezzo secolo di storia italiana. La verità, se davvero ce n’è una, ormai è palese, se la porterà nella tomba il senatore a vita, insieme alla consapevolezza che le affermazioni di innumerevoli pentiti (pentiti sì, ma solo dopo esser stati arrestati) non possono esser sufficienti ad inchiodare un uomo che ha nuotato fra gli squali per una vita intera e, in un modo o nell’altro, ne è venuto fuori.
Ciò che rimane è comunque la consapevolezza che Andreotti era, ed è, ben consapevole della necessità di sporcarsi le mani per poter governare un paese e per quanti siano i suoi detrattori bisognerà far i conti col fatto che quest’uomo è stato scelto per ben 7 volte dai suoi concittadini come primo ministro, e pertanto le colpe sono sue come di chi ha insistito ad eleggerlo; ma questa è una storia che in Italia si sta tutt’oggi ripetendo, e pertanto sembra che vada bene così.
Inutile commentare la prova di Servillo, a mio parere un attore che nulla ha da invidiare ai mostri sacri della storia del cinema (la sua unica pecca è essere italiano). Chapeau.
Dick  16/11/2009 10:43:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non è che lo abbiano scelto tutte le volte proprio i cittadini come primo ministro. Comunque nel processo conclusosi con la prescrizione dei reati dal 79 0 80 in giù, sono state accertate le sue responsabilità. Il fatto della prescrizione si deve da come ho letto che è stato imputato per associazione a delinquere e non associazione mafiosa che è stata messa successivamente al delito La Torre e un altro delitto se non erro che purtroppo adesso mi sfugge.
Reservor dog  25/11/2009 16:50:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da come parli noto che le tue nozioni sull’argomento sono molto più approfondite delle mie. In effetti la mia conoscenza di tutta la vicenda giudiziaria è abbastanza lacunosa, come del resto di tutta la carriera politica di Andreotti. Certo non si può negare che la storia di quest’uomo sia tanto interessante quanto labirintica. L’unica cosa che mi sento di dire è che dobbiamo reputarci fortunati ad avere un talento come Sorrentino che con sguardo lucido ha voluto riportare alla memoria queste vergognose pagine di storia italiana.
Dick  16/11/2009 11:26:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Infatti l' altro nome, più corretto, è "collaboratori di giustizia". Qualche pentito "vero" comunque c' è stato e c' è.
Comunque sul resto sono d' accordo.