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IL DIVO regia di Paolo Sorrentino

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     9 / 10  15/01/2014 20:04:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Davvero impressionante questo biopic, che già di per se è un tipo di cinema difficilissimo da maneggiare, a mio parere il più irto di ostacoli per soddisfare il palato della critica, avvolte il rischio è di tralasciare qualcosa facendo un'operazione di filtramento degli avvenimenti più importanti, altre volte concentrarti su episodi di vita o sui vizi (spesso ci si concentra sulle magagne a sfondo sessuale), oppure il pericolo è di farne un'agiografia. Di recente mi viene in mente il biopic su un personaggio altrettanto controverso ed antipopolare quale l'ultima fatica della Lloyd sulla Thatcher, un film che girava parecchio a vuoto, una regia priva di personalità, di quel film è rimasta 'solo' la performance della Streep e un'evidente difficoltà ad evocare le reminiscenze di una senilità attanagliata dalla malattia. Sorrentino in questo film ha il controllo pressoché totale sul personaggio, muta ancora una volta la sua regia che sa di fresco, modernizza il linguaggio forse per fruibilizzare un tema per il quale gli italiani da tempo immemore provano tanta repulsione, evita il taglio documentaristico e decide di far del cinema, pur concedendosi le didascalie che per quanto la storia a grandi linee sia conosciuta urge sempre un promemoria. Tanto per restare in periodo settantino presentazione della crew andreottiana da spaghetti western, contestuale la scelta di Sorrentino di presentarcelo fino alla fine un personaggio ambiguo, criptico come si è sempre distinto essere, perpetrando battute taglienti ed aforismi quali sono stati i suoi marchi di fabbrica, non si preclude neanche il consueto trasporto musicale, in quel ritratto con la moglie Livia a tenersi la mano davanti al concerto del Renatone nazionale. Non mitizza ma sottilinea i tratti, frontali ad inquadrarne gli sguardi crucciati, le riprese di profilo a palesarne la postura e le movenze innaturali, il meraviglioso piano sequenza nel salotto quadrettato a scrutare la guardia e il gatto, Sorrentino lo maneggia con la cura e la delicatezza che uno stilista farebbe col proprio capo più pregiato, facendolo indossare, non a caso, al miglior modello in circolazione.