forzalube 3 / 10 19/09/2008 13:07:37 » Rispondi Film sconcertante che non sta né in cielo né in terra ed a mio parere indifendibile. Fulcro della vicenda dovrebbe essere Giovanna e la sua "malattia", ma di lei il film non ci spiega quasi nulla: non si sa cos'abbia, non sappiamo quasi nulla di come si comporta, non conosciamo quasi mai i suoi pensieri, le sue emozioni, ecc. Accanto e vero protagonista del film abbiamo un padre che sembra più pazzo e più suonato della figlia
mentre tutti rifuggono il padre dell'assassina come la peste, lui, che pure avrebbe una posizione di prestigio da difendere, continua a far finta di nulla; insomma una specie di personaggio da libro cuore per poi scoprirlo fedele al duce, ma nello stesso tempo pronto a rinnegarlo di fronte alla fucilazione.
. Fastidiosa la fotografia in stile retrò. Per quel che riguarda la colonna sonora alcune musiche sembravano avanzate da "Il Nascondiglio" e messe lì come i cavoli a merenda. La "chicca" più ridicola è comunque questa:
il personaggio di Greggio che fucilato dai partigiani si alza dopo essere stato colpito, riesce ad evitare una gragnuola di colpi da brevissima distanza, dapprima inseguito scappa comunque mentre gli inseguitori scompaiono misteriosamente dalla scena, sale su un tram, per poi comunque morire pochi secondi dopo. Pensavo fosse una sequenza onirica, invece no. Perché questa sceneggiata assurda?
. Per concludere un finale deludente.
nest 20/09/2008 10:19:14 » Rispondi ma che razza di commento
ma che volevi, un trattato psicologico spiegato col ceppo? sai che p.alle. non lo capisci da te cos'è l'ossessione, la frustrazione, l'inadeguatezza, ti ci devono per forza attaccare un cartellino sopra?
e poi scusa "un padre che sembra più pazzo e più suonato della figlia", che scoperta, è il tema del film, il male che fa ai figli la follia dei genitori.
e poi basta con queste rotture di cosa è possibile e cosa non lo è: è il cinema, è illusione, è casa del regista, si fa quello che dice lui, bisogna credere a quello che dice lui, sennò ti vedi superquark e non rompi
che tignosi, ma non avete un po' di immaginazione?
arturo 20/09/2008 10:50:01 » Rispondi guarda che il cartellino "bignamino" di psicologia ce lo attacca Avati stesso, con quella scena col medico. e lì casca l'asino. poi:è vero che il film è casa del regista, ma "bisogna credere a quelo che dice lui" è una frase insensata. Io credo piuttosto che lui debba essere capace di farti credere anche all'incredibile, o di farti perdere di vista la logica, incantandoti. In questo caso, con il sottoscritto non ci è riuscito. Non mi sembra un'offesa mortale, per cui datti pace.
Jason XI 04/04/2012 10:23:02 » Rispondi La realtà è che voi non avete colto tutii quegli aspetti.... il film è illuminante.... una storia sconcertante ma credibile.. altrochè...
arturo 19/09/2008 15:32:27 » Rispondi non avrei saputo dirlo meglio. sono totalmente d'accordo.Sorvolando sulla grossolana (e faziosa) riscostruzione storica, l'aspetto più sconcertante riguarda proprio il personaggio della ragazza, sul cui disturbo psichico ci riferisce frettolosamente, in una scena da telefilm, un anonimo dottorino (con una spiegazione che, fra l'altro, lascerebbe sbigottito anche un fuoricorso di Psicologia). ma noi di lei non sappiamo, non vediamo, non sentiamo, una sola scena significativa. Il finale, poi, è un controsenso:
la madre, che per anni si è tenuta alla larga da quei due s****ti di marito e figlia, improvvisamente, rivedendoli, decide di tornare con loro. E il bello è che, in questa scena cruciale, la Neri non è neanche commossa, no: sorride soave, come se si fossero visti fino al giorno prima.