Living Dead 9 / 10 28/05/2008 14:51:04 » Rispondi Il ritorno di Romero ai budget risicati e alle produzioni indipendenti. Ma come è lecito aspettarsi, questa scelta non intacca minimamente il prodotto fnale. L'idea di girare il tutto come se si trattasse di una sorta di mockumentary è geniale se rapportata alla critica sociale che sta alla base di Diary of the Dead. La prospettiva che ci viene mostrata non è solo quella della semplice cinepresa, ma anche quella di videocamere di sorveglianza, video girati con il cellulare o quella di filmati su siti internet. Il tutto è montato e corredato di voce narrante e colonna sonora come se si trattasse di un filmato studentesco. Diary of the dead, come diceva phemt, è molto più tecnico e meno commerciale (per quanto gli zombie movie di Romero possano esserlo) rispetto a Land of the Dead per esempio e si presenta come una critica alle generazioni moderne nomofobiche che vivono costantemente incollate agli schermi dei loro computer o delle tv, fagocitando tutto ciò che viene loro proposto rendoli insensibili e indifferenti anche alla morte.
La frase detta da Deb "ho aggiunto delle musiche nel tentativo di spaventarvi" stà ad indicare che lei dia per scontato che le sole immagini non riescano ad avere effetto sullo spettatore moderno. Altro aspetto da tenere in considerazione è l'inserimento dello score musicale nelle scene di morte dei suoi amici, questo, secondo la ragazza per dare più impatto emotivo alle scene. Tutto questo si traduce in uno screditameto dell'effettiva tragicità delle scene e fa rientrare la figura della ragazza in quella tipologia di mentalità denunciata da Romero.
Il film non è esente da difetti, su tutti la scarsa caratterizzazione dei personaggi, qualche forzatura e inverosimiglianza nei loro comportamenti e qualche scena non troppo riuscita (la mummia). L'uso del digitale si nota, ma mi aspettavo di peggio, meglio qui che in Land of the Dead. A dirla tutta la vicenda non è nemmeno troppo coinvolgente come invece potevano esserlo quelle di Rec o Cloverfield e sicuramente Diary of the Dead deluderà chi si aspettava di vedere il classico zombie movie con sangue, azione e via dicendo. Soddisferà invece chi vorrà vedersi un film intelligente, nonchè un diverso modo di rapportare l'horror, solitamente materia di svago, ad una critica avanguardista sulle generazioni odierne e future. Lunga vita al grande George e al il suo modo di fare film e di vedere la figura dello zombie.