caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

DOUBLE TEAM regia di Tsui Hark

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
kafka62     4½ / 10  18/04/2018 13:40:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hong Kong già da diversi anni faceva gola a Hollywood e prima o poi era destino che anche Tsui Hark finisse a lavorare in America. Ma, diversamente da quanto è avvenuto col "Face off" di John Woo, il risultato qui è a dir poco sconfortante. "Double team" non è che sia un film totalmente brutto o sballato, il fatto è che si tratta di un giocattolone super-spettacolare, vuoto e senz'anima, iperbolico e fracassone, del tutto asservito agli effetti speciali, in cui esplosioni, sparatorie e combattimenti di kung-fu si susseguono, a volte cadendo addirittura nel ridicolo, a un ritmo tale da far sembrare "Speed" una pellicola vecchia di vent'anni. E' inutile cercare una qualche verosimiglianza nella sceneggiatura: semplicemente non ce n'è (la trovata peggiore è la colonia in cui agenti speciali presunti morti sono costretti a occuparsi di anti-terrorismo). Tsui Hark vuole solo stupire, e la storia è solo un pretesto per portare il muscoloso Van Damme a compiere le imprese più mirabolanti e inverosimili (compresa una evasione aggrappato a un aeroplano in volo). Il film si prende così tutte le licenze narrative immaginabili (piazza Navona è affollata più da agenti segreti che da turisti, un convento di frati è attrezzato come una sala operativa della NASA, il Colosseo finisce completamente distrutto da un'esplosione e solo un distributore automatico di Coca-Cola permette ai nostri eroi di salvarsi!). Non c'è neanche da augurarsi qualche pausa di riflessione, perché non appena il film rallenta vengono a galla un inesorabile vuoto di idee e una assoluta incapacità di imbastire dei dialoghi di un livello almeno non inferiore a quello di una qualsiasi canzone degli 883. La maestria visiva del regista è indubbia (la sequenza del luna park e il gladiatorio scontro finale nell'arena del Colosseo offrono più di un motivo di ammirazione), ma è come sacrificata a un dispiegamento annichilente di tecnologia, che impedisce la creazione di un'atmosfera e di un pathos quali il cinema dell'Estremo Oriente ci aveva abituati. "Double team" dimostra una volta di più che senza cuore (e a maggior ragione senza una massiccia dose di autoironia) non si può fare del bel cinema e che senza una buona storia neppure il grande Stanley Kubrick si sarebbe salvato da una brutta figura.