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LA MUMMIA - LA TOMBA DELL'IMPERATORE DRAGONE regia di Rob Cohen

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shish     6 / 10  08/10/2008 22:20:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A distanza di 7 anni ecco riapparire il titolo de la Mummia, il terzo di una saga (escludendo l’intermezzo del film Il Re Scorpione) in declino. A prendere le redini degli ammirati capitoli di Stephen Sommers è un regista dalle spalle rigide, proiettato alla scenicità delle sue ferree pellicole e sul gioco di continui e veloci cambi di ripresa, Rob Cohen, dirige film come Stealth, The Fast and the Furious e xxx pellicole commerciali e blockbuster, ma sa anche sbalordire per l’innesto di un incredibile sensibilità nei film come Dragon e Dragonheart, quindi si ha a che fare con un personaggio dai due cuori, l’uno contrapposto all’altro.
Ma nemmeno Cohen riesce a riportare in vita questa trilogia, che sprofonda sempre più in un baratro e si allontana sempre più dalla sua canonica forma.
Gli anni passano anche dietro la telecamera e la storia della Mummia Imhotep e del Re Scorpione sembrano oramai acqua passata. Questa volta a richiamare l’attenzione dei famosi eroi delle mummie, è l’Oriente, in Cina, dove è stata rinvenuta la tomba di Qin Shi Huang il primo Imperatore di Cina, acerrimo conquistatore della maggior parte del continente orientale, sottoposto dopo una maledizione inflittagli a tramutarsi in una statua di terracotta, così come la sua fedele armata imperiale. Un risveglio ad opera da degli adulatori fanatici, che ripristinano la vita all’ Imperatore Dragone (Jet Li),conquistatore e tiranno. A caratterizzare quest’ ultimo Kolossal da 145 milioni $, è il disinteressamento alla pellicola, poco coinvolgente e storia molto tirata che segue che cerca di seguire le proprietà del secondo capitolo e abbandona, quasi completamente, il fascino che ci ha dato la prima avventura firmata Sommers. Anche ciò che distingueva questa saga si è inabissata: l'ironia. Questa non è più spontanea e particolare ma irritante e stonata, come quasi tutto il film, facendolo cadere nella demenzialità e non più nella simpatia.
Ovviamente, una produzione di un così elevato costo avrà il suo motivo e in effetti ce l'ha, poichè i ben amati soldoni sono stati maggiormente spesi nel creare all'interno film una maggiore dinamicità, ornandolo delle più insensate creazioni grafiche, ma ottimamente definite: i 3 yeti, un imperatore capace di trasformarsi da un drago a tre teste ad un demone; anche se fanno la loro parte nella spettacolarità di questo 3° capitolo, la loro posizione sembra troppo discostata dal tema dominante della MUMMIA.
D'altronde, come già detto prima, il regista statunitense ripresenta le peculiarità del suo precedente "La mummia - il ritorno", con una trama scarica e povera.
Recitazione degli attori penosa, si salvano solamente le due colonne di tutta la trilogia (Hannah e Fraser), incluso anche nella lista nera uno sbiadito Jet Li poco stimolato.
Si attende il quarto capitolo ambientato dall'alto capo del mondo, in Perù.
Un' altra discesa verso la fossa delle Marianne?