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MARTYRS regia di Pascal Laugier

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oh dae-soo     7½ / 10  01/04/2010 14:27:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'è chi ha paragonato Martyrs as altre pellicole dove la tortura, le sevizie, il possesso del dominante sulla vittima la fanno da padroni, come la serie di Saw o quella di Hostel. Il paragone non è campato in aria ed è l'unico modo per far capire ad altre persone, in 30 sec o in 2 righe, di che genere parliamo. Ma se come in questo caso abbiamo lo spazio e il tempo per aggiungere qualcosa si ha il dovere di far capire che Martyrs rispetto ai sopracitati film, è molto di più. E' vero, anche qui assistiamo a una gamma incredibile di nefandezze, atrocità, pratiche disumane, ma mentre negli altri film queste cose ci DISTURBANO, in Martyrs, ci TURBANO. Qui non c'è il filtro cinema, non assistiamo distaccati alle vicende sullo schermo sapendo che è finzione. In Martyrs tutto sembra maledettamente possibile, vero, disumanamente umano. E' un film che oltre che farci disgusto come tutti gli altri, non ci fa respirare, ci getta in un incubo reale, in un "e se fosse vero?". E' un film che lascia ferite profonde nell'animo tanto quelle sulla pelle delle protagoniste. Grandi protagoniste, in un film dove i visi, i primi piani, tutta la gamma di emozioni possibili devono essere rese alla perfezione per reggere il peso fisico, filosofico, mistico del film.
La trama: una bambina scappa da un luogo di tortura. 15 anni dopo ritrova insieme ad una amica i suoi aguzzini e li fa fuori a fucilate. Ma ci sono nuovi aguzzini che la (le) troveranno...
Il film è come una matrioska, aperta la quale ce n'è un'altra, più piccola ma ancora più aberrante. Sono almeno 3 infatti, i punti in cui il film prende quasi completamente una nuova strada, apre un nuovo scenario. Uno di questi punti di svolta era stato già usato dal regista, Laugier, nel suo precedente film (Saint Ange), e cioè quello del "terribile piano di sotto", in cui in una stessa unità di luogo (qui una casa) si scopre un nuovo terribile spazio.
Il titolo, MARTYRS, non è gusto per la bella parola, ma significato base del film, significato che qui non posso svelare. E' soprattutto in quella parola però, in questo mistero, che sta quel quid che fa di questo film un qualcosa di più, e di nuovo, rispetto al passato. E' qui che tutto ciò che dicevo prima sulla Verità del film trova il suo macabro appiglio. Ed è qui che avviene l'assoluta magia della pellicola, quel paradosso assurdo che me lo fa piacere così tanto: Martyrs è un film senza la minima speranza che ha nella Speranza, quella massima, la sua finale sentenza.
Nikilo  09/05/2010 16:25:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Parola, naturalmente di cui ignori il significato, non è così?
oh dae-soo  09/05/2010 16:41:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esattamente Nikilo, non so minimamente cosa significhi, ma non è l'unica. Solo in questo commento avrò usato 7,8 parole che non conosco. Se tu mi facessi il piacere di spiegarmele mi arricchiresti notevolmente.

P.S: Dal vocabolario: Il termine martire (dal greco μάρτυς - testimone) indica colui che ha testimoniato la propria fede o ideale nonostante la persecuzione.

E' esattamente in questa accezione che Laugier l'ha usata come titolo del film e io nel commento. Non so a cosa tu ti riferisca, ma me ne farò una ragione. Saluti.
oh dae-soo  09/05/2010 17:17:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho appena letto il tuo commento al film. Contiene tutte le risposte che cercavo, non c'è bisogno che tu aggiunga altro, ora capisco tutto. Ciao.
Nikilo  09/05/2010 19:12:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sinceramente del fatto che tu possa aver capito o meno il senso del film, non è che mi interessa moltissimo, è piuttosto il non capire il significato di quella parola, ( che a quanto pare non vuole entrarvi in testa ), punto acceso di critica. Non sei diverso da tanti altri ( in questo frangente naturalmente ), accetti quello che Laugier ha voluto comunicarti, accettando la sua comoda rivisitazione di martire. Sì, fattene una ragione. Cordiali saluti e ossequi oh dae-soo.
oh dae-soo  09/05/2010 22:12:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Rimango della mia idea perchè in nessuna definizione di martire si pone l'accento sulla VOLONTARIETA', bensì sul modo, la tortura, e il fine, cioè la testimonianza o difesa del proprio ideale. Se poi il martirio sia stato volontario, casuale o altro, questo nessun vocabolario lo specifica e, siccome stiamo parlando dell'importanza delle parole, sarebbe giusto leggerne bene i significati. Che poi la Storia sia piena di martiri che hanno scelto il supplizio volutamente è vero, ma non è una conditio sine qua non. In più in tutti i manuali, a MARTIRE danno come sinonimo VITTIMA Può essere una analogia forzata, ma se fosse sbagliata non sarebbe nero su bianco. Quello che contesto, leggendo anche le risposte al tuo commento, non è tanto sul chi abbia ragione, ma nel fatto di crederti solo te, scusami, depositario della verità. Il martirio come tutti gli aspetti dell'esistenza, come tutte le PAROLE può avere mille sfaccettature, e la versine di Laugier è assolutamente plausibile e riscontrabile nei testi. Poi, può benissimo darti fastidio , credere che sia stato un trucchetto, contestare la visione del martire del regista, ma non si può dire che sia totalmente campata in aria. Il tuo commento in questo non fa una grinza, è condivisibile da cima in fondo, ma, come tutti, contestabile.Saluti.
Nikilo  10/05/2010 14:29:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sono un depositario della verità, se così fosse non sarei qui a discutere con te, nè sarei qui a commentare film che ho visto, non credi? Pesa bene quello che dici! Non ho la verità in tasca, se mai vado alla ricerca della verità. Pascal Laugier, aveva passato un periodo cupo nella sua vita, ha voluto far vedere cosa vuol dire per lui essere soli, peccato per lui che ha deciso di affrontare un campo minato, addentrandosi in una materia che non gli competeva, chiaramente, visto il modo in cui la trattata, per me il suo film non si distacca molto da pellicole come Saw oppure Hostel, ma perchè fare un film sulla solitudine in questo modo? Pensando un film che tratta la solitudine, mi viene in mente Into the wild, eppure il tema non viene affrontato come in Martyrs. Se non l'hai visto, te lo consiglio vivamente ( poi mi dici cosa ne pensi ). Quando ho visto l'intervista, mi si sono accapponati i capelli, ho fatto 2+2 era ben chiaro oramai che il fine della sua pellicola non era quello. Sul significato di martire, francamente puoi pensarla come ti pare, è vero come hai detto tu la lingua italiana può avere mille sfaccettature, per questo non mi va di continuare la mia crociata sul significato di una parola, di cui a nessuno frega ciò che testimonia, c'è il rischio che mi trasformi in un martire.
oh dae-soo  10/05/2010 15:22:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Rispetto Into The Wild non c'è niente da dire, è il paradigma della bellezza della solitudine (attiva però, non ignavia). Ovvio che i 2 film non sono paragonabili e se mai i miei 2 voti dovessero sembrare vicini ( 7,5 e 8,5 al film di Penn) è dovuto soltanto al fatto che io difficilmente valuto un film in assoluto, ma relativamente al genere. Già scopro ancor meglio perchè odi questa pellicola, c'entra anche un intervista di Laugier dalla quale, legittimamente, ti discosti (e ti dò ragione). La nostra discussione era più che altro soltanto sul termine Martire e anche se in minimissima parte (5%) ti sei avvicinato a me. Riguardo il depositario della verità: innanzi tutto ho anteposto "scusami" alla mia affermazione. Il tutto era dato dal fatto che, con me come con gli altri, non hai detto "SECONDO ME ha solo quel significato", ma ci hai accusato tutti di non sapere cosa significa (rileggi la prima risposta a me e altre qua e là). Beh, questo non i sembra un modo di iniziare una discussione ma (scusami...) un partire da 3,4 gradini sopra... Comunque penso di esserci capiti bene, e, malgrado l'inizio un pò "aggressivo" del rapporto, fa piacere discutere con persone intelligenti e capaci. Poi i caratteri personali, almeno in questo contesto, sono secondari rispetto ai contenuti. Saluti.
Nikilo  10/05/2010 21:30:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma sai, in altre occasioni avrei anche utilizzato il "secondo me", ma quando sono i libri a parlare, secondo me ( qui sì che ci sta ) c'è ben poco da fare, ora non dico di fare una ricerca sul significato del termine, però caspita un minimo.
Comunque sì, fa sempre piacere discutere, anche se, è un peccato che solo pellicole di alto livello riescano ad ammorbidire "i toni accesi" , ( certo, c'è sempre il fattore soggettivo da prendere in considerazione ) ma nota, è bastato citare Into the wilde per arrivare quasi ad un compromesso, per me pellicole come Martyrs e compagnia bella, tendono a distanziare, non certo unire, ma magari è solo una mia impressione. Cordiali saluti e ossequi!