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MARTYRS regia di Pascal Laugier

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Woodman     7½ / 10  19/08/2014 12:44:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A caldo:

E' un buon tentativo di ricreare le atmosfere malate ed estreme del Fulci, di cui so essere grande ammiratore il giovane Laugier, non privo di infiniti difetti. Uno su tutti? Al di là di inverosimiglianze, che tanto mi interessano il giusto, il problema principale è la disarticolazione incredibile del complesso: assolutamente FALSA un'annunciata alchimia ed equilibrio tra le parti del film. Detestabile e basta, capisco l'intento di ribaltare di continuo i punti di vista o più semplicemente di ammucchiare colpi di scena ma è troppo pastrocchiato, sembra un animale in decomposizione, falciato da un auto, che striscia verso il ciglio della strada lasciando fra testa e coda qualche interiora, poi un filo sottilissimo di muco sanguinolento e infine una matassa di filini e ragù in prossimità della metà corpo anteriore. Troppa roba. Troppa carne al fuoco, troppe cose che meritavano spazio maggiore perchè effettivamente complesse. Dunque lascio detto di Martyrs che è un film irrisolto pur essendo discretamente coraggioso, a tratti potentemente stomachevole e dolorosissimo tanta è l'empatia che muove?
Lettura frettolosa di Bataille (Morandini docet), dunque sangue e sesso come espiazione, rinascita, trasfigurazione un po' a caso imbastiti su uno scenario lugubre e putrescente con pretenziosità e velleitarismi?
Mah, mi limito a lasciare insolved il mio giudizio, lascio che siano gli altri a valutare, magari sanno meglio di me di cosa sto parlando. Rimango zitto e magari fra trent'anni me lo rivedo e capirò molte più cose, magari con una buona infarinatura di cinema d'essai orrorifico e un po' più di approfondimento per quel che concerne la filosofia novecentesca (lo stesso Bataille ma anche Deleuze, Foucault, Lacan sembrano andare così di moda fra i freak hipster che proprinano critiche borderline su cinema intellettualistico risolto in vezzi puri, sui loro blogghettini aciduli e sentenziosi).

Al diavolo le ininfluenti stupidaggini, riconoscerle farebbe di me un puntiglioso e insulso logista razionalizzante della domenica.
Dunque, lode a un filmone scioccante, sovrumanamente empatico, annichilente e sconvolgente, che procede con dolorosità e dolenza frantumando le ossa sotto la piloerezione cutanea, disfando i tessuti interni e disarticolandoci come è disarticolato esso stesso, facendoci contorcere pregando di riuscire a staccare gli occhi dallo schermo, desiderio che puntualmente viene soppresso dall'incredibile forza ipnotica del film.
Un film nichilista, pregno di malattia e sporcizia, estremo e pazienza per la gratuità, forse era tutto necessario.
La struttura su carta sarà anche stata ottima ma.. Messa in scena risuona, sì, con veemenza, ma con una sostanza risibile, una disomogeneità palpabilissima, urtante.
Ciò non impedisce di scioccare con efficacia e di far pensare e di giocare con lo spettatore all'infinito su più piani attraverso il cambio repentino di punti di vista, di passaggi, di finalità.
L'idea

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risulta, suona tremendamente incompleto. Una buonissima occasione parzialmente sprecata.
Ma poi, del resto, non ho la giusta competenza in campo horror, conosco molte cose ma allo stesso tempo ne ignoro il triplo, e non ho un preciso iter in testa, non sarei capace, su due piedi, di ordinare le rivoluzioni, so vagamente chi ha scombinato le grammatiche ma è tutto troppo evanescente, quindi mi astengo dal rapportare e inserire quest'opera nel panorama del Genere, pur sentendo e riconoscendo l'aria fresca che ha portato con sè, quello certamente.

E' poi solo un fallimento. Un'idea buttata alle ortiche. Ridicolo in più punti, certe inverosimiglianze, dai, ok che vanno bene, ma sono talmente grosse che per carità.
Tuttavia anche partendo dalla stroncatura non possono non affiorare gli splendidi pregi della pellicola, no, no, non posso sorvolarvi. Basta.


Nella totale incompetenza nella quale sguazzo inconsapevole di ciò che sto facendo, affibbio un voto indicativo caldissimo e invito alla visione.
Non è un tripudio di amenità imbelli e stolidità. E' un'opera sentita, personale, appassionata e in più punti anche memorabile (e non per gli shock e le ripugnanze, il che mi pare un buon sintomo..).
Al di là della profonda banalità inconsistente delle mie parole imbranate e ancora pregne di vertigine post visione pellicola,
è un'opera meritevole.

Meglio fermarsi.