caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

DUE OCCHI DIABOLICI regia di Dario Argento, George A. Romero

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
outsider     9 / 10  07/04/2013 12:58:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, che dire, parliamo di un film che unisce due fuoriclasse in plenum aeterno titolo di Magister Artium.
Definirei una Lectio Magistralis sia la prima che la seconda parte, ovvero, la rappresentazione filmicA in questione conferisce un'aura di sacro, di linea guida, di insegnamento a chi, regista o sceneggiatore, volesse intraprendere l'impervia via del fare horror. Si', perche' se hai cultura di cinema e di storia del cinema horror come il sottoscritto ne conosci l'evoluzione, lo schema intrinseco che consente di uscire da se stesso, le dinamiche appunto libere, ma il tutto ricondursi deve ad un pathos che richiami le paure ancestrali, oniriche, infantili, se vuoi avere un senso e soprattutto se vuoi vere successo e scavare dentro. Cero, la strada aperta da Poe ha facilitato l'opera dei due maestri. Certo, puo' piacere o meno questo film di cui ho trovato fortunatamente una delle ultime copie intonse in dvd presenti in italia per la vendita. certo, puo' piacere o meno. ma e' una strada da seguire l'esempio di chi, da vecchio guru, da vecchio sapiente, quando ancora erano i trucchi scenici a segnar lo stupore, non i milioni di dollari investiti in effetti speciali al pc, sa destar sgomento con la visione. Pollice su da outsider. Il primo episodio e' piacevolissimo, chi come il sottoscritto vanta anche cultura ipnologica comprender potra'. Il secondo e' di Dario, praticamente il piu' grande regista horror vivente, il grande Maestro, chi solo a buon titolo insegnar potrebbe a tutti i pargoli studentelli nelle facolta' che queste materirie riguardano. Ma si sa, l'ars cosa personale est, pertanto puoi seguire et auscultare solum quello che la genialita' propone.Il gatto nero cela e, a chi saper veder est concesso, svela, la parte obscura dell'uomo, ovvero la rappresentazione pratica della negativa parte distruttiva istintuale in molti repressa. Complimenti a Poe e a chi, cum tocco da Magister, seppe rappresentar tal fatta.