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IL FANTASMA DELL'OPERA regia di Dario Argento

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Invia una mail all'autore del commento Larrysax     7 / 10  16/03/2005 23:56:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film è stato pesantemente bersagliato dalla critica ufficiale che non perdona al regista la benchè minima deviazione dai suoi temi abituali. In realtà alcuni aspetti negativi ci sono, ma questi non hanno niente a che vedere col regista romano: Asia Argento fa un passo indietro rispetto al precedente "La sindrome di Stendhal" e affonda nuovamente in una recitazione scialba accompagnata da una dizione orrenda che riprende a biascicare un fastidiosissimo romanesco (e pensare che interpreta un personaggio francese..!); inoltre, lo stesso Julian Sands è un po' smarrito, quasi confuso, ed infine il romanzo ispiratore di Gaston Leroux è davvero mediocre, anche se Argento lo stravolge migliorandolo a modo suo. Forse i critici si aspettavano un giallo o un thriller o un horror... ma “Il fantasma dell'Opera” non è niente di tutto questo: è semplicemente una storia fantastica, un racconto fiabesco che non ha certo le caratteristiche di Lady Hawk o di Capitan Uncino, ma ha ovviamente uno stile tutto argentiano. Se guadiamo questo film dimenticando le tematiche che fino ad ora hanno caratterizzato il filone di Dario Argento, ci accorgiamo di assistere ad una bellissima storia, in cui fa da sfondo la solida amicizia tra un uomo e gli animali che lo hanno allevato. Ancora una volta la scenografia e la fotografia sono perfette, anche Ennio Morricone è in netta ripresa ispirando la sua musica all'800 francese, ed infine la regia, come sempre, è mitica....! Del resto le trasposizioni cinematografiche del testo di Leroux sono state in precedenza numerose: questa di Argento è sicuramente la più originale, perchè vengono introdotte molte novità sia sotto l'aspetto tecnico (effetti speciali) che sotto l'aspetto narrativo (il fantasma non è più un'ombra ma un uomo con un passato vero). Dunque, chi ha veramente fallito è la critica, ridotta ormai ad un'accozzaglia di sedicenti esperti che in realtà non sanno più distinguere un genere da un altro, un bidone da un capolavoro, un'opera d'arte da una commediola da centro sociale.