DitaAppiccicose 8½ / 10 05/06/2016 14:27:49 » Rispondi Quando ero adolescente e vedevo "Inferno" e non capivo la dinamica, la logica di certe scene, pensavo che fosse la mia condizione adolescenziale a non permettermi di capire perfettamente quanto stavo vedendo. Trent'anni e numerose visioni dopo posso dire che no, non ero io a non capire: c'era poco da capire ! La trama per Dario Argento non è mai stata la componente più importante dei suoi film, ma in "Inferno" diventa un mero pretesto per confezionare come solo lui sa(peva) fare i delitti e risulta del tutto priva di logica. Inutile chiedersi il motivo per cui certe scene vanno così e non diversamente: non c'è motivo.
Perchè il macellaio accorso quando l'antiquario era caduto e stava per essere divorato dai topi ( legge del contrappasso per uno che stava uccidendo dei gatti ), invece di aiutarlo lo uccide ? Perchè nei sotterranei della biblioteca c'è una cucina che sembra una fornace ( perchè quella era la sede di Mater Lacrimarum, si dirà: debole spiegazione però... ) ?
Perchè tutti i personaggi che cercano di capire il segreto della casa di Mater Tenebraum vengono uccisi e Mark no ? E si potrebbe continuare. Argento sfrutta la possibilità di non essere legato ad una trama come dovrebbe essere se il film fosse un giallo ( e comunque se "Profondo rosso" era un giallo a tinte horror questo è il contrario ) e libera la sua visionarietà forse ancor più che in "Suspiria" proseguendone, più ancora che il discorso sulle tre madri, l'aspetto visivo carico di colori accesi ( qui sono più il verde ed il viola rispetto al rosso del film precedente ). "Inferno" non raggiunge la vetta di "Suspiria" ( le falle nella trama sono eccessive, la fotografia ottima ma inferiore al film precedente, la personificazione finale della morte fa un po' sorridere... ) ma ancora oggi è un horror/thriller in grado di spaventare.