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INFERNO regia di Dario Argento

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Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade     6½ / 10  12/11/2007 17:42:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film ingiustamente sopravvalutato dalla critica attuale. Inferno viene associato superficialmente a Suspiria e gode di un giudizio storico favorevole, soprattutto quando lo si paragona ai recenti lavori di Dario Argento che ancor più superficialmente vengono archiviati come inferiori e sorpassati.
Inferno è il film pretesto della fantomatica ed inesistente trilogia delle tre madri che a partire proprio dalla realizzazione di questo film incuriosì il pubblico e il botteghino circa un'ipotetico terzo film che ahimè oggi è presente nelle sale. Quando Dario Argento realizzò Suspiria , non pensava ad una trilogia ed Elena Markos era una strega,una terribile strega ,ma non certo "la madre dei sospiri". Con Inferno invece viene ideata e sviluppata l'intenzione un po' banale e didascalica di raffigurare la morte con tre entità negative ,ognuna con un compito preciso.

Inferno nasce sull'onda del successo internazionale di Suspiria e ne riprende scenografie,trama ,svolte narrative e anche l'attrice Alida Valli. Archiviare il film come una copia,come un secondo atto del precendente è un po' forzato, ma gli elementi già visti sono eccessivi.
La trama prende spunto dall'evocazione di alcune proprietà magiche di case costruite negli Stati Uniti e in Europa da un ambiguo e perverso architetto,tale Varelli.
Una di queste case, sarà teatro di morti efferate e omicidi al limite della depravazione.
Ma attenzione, perchè non si può parlare di racconto: la sceneggiatura è volutamente assente e come in altri film di Dario Argento l'ambizione registica supera l'obiettivo di raccontare un fatto o una vicenda. Una fantasmagoria di suoni e colori, ancora più aggressiva che in Suspiria,forse la più accattivante nella sua carriera, sostituisce in modo prepotente ogni tentativo di dare un seguito alle azioni del film.
Alcune scene sono obiettivamente belle ma rimangono scollate tra di loro; la scena madre vede un vecchio con la fobia dei gatti nel funesto tentativo di uccidere una colonia felina ed è forse una delle più orripilanti e orrorifiche della storia del cinema, ma a fatica si inserisce nella debole architettura filmica di un lavoro visionario e fortemente caratterizzato da autocitazioni.
Inferno è un collage di cortometraggi, un esperimento stilistico di un Argento che persegue tenacemente lo scopo senza preoccuparsi di nessun tipo di logica, di credibilità o di verosimiglianza.

Il finale inoltre piega in ribasso e anche il tentativo di trovare una spiegazione alla facile distruzione della più terribile delle madri, lascia il posto ad una bellissima colonna sonora e ad una letterale invasione di immagini e colori.