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REDBELT regia di David Mamet

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  21/01/2009 10:49:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“Redbelt” non è un film sulle arti marziali,ma un excursus sulla filosofia di vita che esse rappresentano.Gli amanti delle scene di lotta potrebbero quindi rimanere delusi,considerato che queste sono davvero poche ed assolutamente necessarie,mai mirate ad imbastire uno spettacolo fine a se stesso.
Decisamente granitica la sceneggiatura,in grado di gestire svariati colpi di scena in maniera credibile e fluida,ma considerato che dietro la stesura di essa c’è un certo David Mamet,per l’occasione anche regista, non c’è nulla di cui meravigliarsi.
Le arti marziali,in questo caso quella del Jiu-Jitsu,richiedono un codice etico/morale cui il protagonista del film,un sempre più eclettico e bravo Chiwetel Ejiofor,aderisce in maniera esemplare.Paradossalmente la cosa finirà con il procurargli parecchi guai,innocente e forse ingenuo elemento di un mondo corrotto che il denaro ha reso ancor più marcio,sarà costretto a rimettersi in gioco per salvare il suo microcosmo altrimenti destinato al disfacimento.”Redbelt” potrebbe essere visto come un percorso morale,in cui bontà d’animo e generosità spesso possono essere fonte di problemi,anche se alla fine dei conti l’uomo retto che basa la propria vita su di essi riceverà ciò che gli spetta.
Non sono rimasto molto soddisfatto del finale,inevitabile,ma un po’ enfatico ed esagerato,forse un po’ troppo “americano”.Mentre i dialoghi si attestano su livelli notevoli,anche se si sarebbe potuto fare tranquillamente a meno di qualche perla di saggezza da parte del protagonista.
Interessante la riflessione sulla potenza del mezzo televisivo e di tutto quanto gli ruota intorno,capace di tramutare in un circo senza dignità anche ciò che dovrebbe basare sulla nobiltà d’animo la propria ragion d’essere.