Alpagueur 8½ / 10 04/10/2020 19:03:17 » Rispondi Nel 1970, il giovane regista esordiente Dario Argento ha lasciato il suo segno indelebile nel cinema italiano con L'uccello dalle piume di cristallo, un film che ha ridefinito il genere "giallo" dei thriller con assassino e omicidi e lo ha catapultato a livello internazionale delle celebrità. Sam Dalmas (Tony Musante), scrittore americano residente a Roma, assiste inavvertitamente a un brutale attacco a una donna (Eva Renzi) in una galleria d'arte moderna. Impotente sul momento ad aiutarla, diventa sempre più ossessionato dall'incidente. Convinto che qualcosa che ha visto quella notte contenga la chiave per identificare il maniaco che terrorizza Roma, avvia la propria indagine parallela a quella della polizia, incurante del pericolo sia per se stesso che per la sua fidanzata Giulia (Suzy Kendall) e finendo per attirare ancora più violenza... Un debutto incredibilmente sicuro, L'uccello dalle piume di cristallo stabilisce i tratti chiave che avrebbero definito successivamente la filmografia di Argento, tra cui immagini sontuose e un bagliore per scene di violenza selvaggiamente inventive e brutali. Con la sontuosa fotografia di Vittorio Storaro e una colonna sonora seducente del leggendario compositore Ennio Morricone, questo film storico, è un film così solido e ben costruito che è quasi impossibile credere che sia stato il debutto di Dario Argento. E non serve pensarci, senza questo, non ci sarebbero potuti essere Profondo rosso, Suspiria, Inferno o Phenomena. Mescolando insieme una trama di omicidi-mistero con macabra violenza e una sensazione di 'Grand Guignol', L'uccello dalle piume di cristallo ha dato definitivamente un tono caratteristico a quella che sarebbe diventata l'epoca d'oro di Argento. La storia, avvincente, è intervallata da scene di stalking e raccapriccianti omicidi, mescolando abilmente mistero procedurale e orrore in quella che sarebbe diventata una delle firme di Argento. Tutto ciò è evidenziato da una straordinaria colonna sonora, che dimostra quanto il suono sarebbe diventato importante nell'opera del regista durante questo periodo. Argento ha continuato a giocare con questo "format" per tutta la sua carriera. Ha spinto i confini del genere, aggiungendo elementi del thriller psicologico (Profondo rosso, Tenebre), del soprannaturale (Suspiria) e persino della fantascienza (Phenomena), trasformando una colonna sonora più tradizionale con un prog rock nei titoli successivi, ma è un vera goduria vedere il successo del suo primo tentativo, devastante e brillante.
A differenza della scena del film di L. Bava "Morirai a mezzanotte" (1986), che omaggia quella della colluttazione tra Monica Ranieri e il marito, all'inizio, qui non si riesce, nemmeno col fermo immagine, a capire chi tra i due impugnasse effettivamente il coltello. L'uccello del titolo, l'hornitus nevalis (gru delle nevi), è in realtà una normalissima gru. Il quadro naif raffigurante l'aggressione di una giovane donna sarà ripreso in seguito in "Solamente nero" (1978) di Antonio Bido, con una leggera variazione per quanto riguarda la figura dell'aggressore, in entrambi i film questo quadro costituirà la chiave di soluzione dell'enigma. La suggestiva melodia sospirata che accompagna gli scatti fotografici dell'assassino alle donne che ucciderà successivamente, sarà poi ripresa da Tarantino molto tempo dopo nel suo "A prova di morte" (2007), quando stuntman Mike scatta un paio di foto alle quattro ragazze all'uscita dell'autogrill nel Tennessee.