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LA CAGNA (1931) regia di Jean Renoir

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Invia una mail all'autore del commento wega     8 / 10  21/08/2009 22:15:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"..lo spettacolo non è né dramma né commedia, non comporta alcuna riflessione morale e non vuole dimostrare niente. I personaggi non sono né eroi né oscuri traditori, ma poveruomini come voi e me." Quando si dice che se un autore è bravo, nell' incipit riesce a mettere tutto ciò che si evolverà nella storia che seguirà. Ebbene, nell' incipit della Cagna (una inquadratura fissa su un teatrino di marionette, metafora sociale che, se "messa in piedi" da Renoir, non ha bisogno di spiegazioni), il grande regista non solo si limita a questo film, ma a praticamente alla sua intera filmografia. E' il 1931, si può parlare di Fronte Popolare e quindi si può parlare tranquillamente di realismo poetico con la tragedia dei personaggi, meglio persone, che ha reso celebre questa fortunatissima stagione cinematografica francese. E ribadendo la mancanza di moralismo alcuno, il reale assassino della vicenda non verrà nemmeno incolpato. Molto molto bello, non è però tra i miei Renoir preferiti. Film maledetto: dopo le riprese la protagonista - uccisa nel film -, morirà in un incidente d' auto alla cui guida c' era Flamant, l' attore che interpreta il suo ragazzo pappone che è stato (in)giustamente condannato per l' omicidio. Remake americano di Lang nel '45 con il noir "La Strada Scarlatta" , che sposta l' epicentro drammaturgico sulla langhiana relazione tra innocenza e colpevolezza, ma altrettanto efficace; forse lo preferisco.