monty morgan 5½ / 10 29/09/2008 23:06:21 » Rispondi Abbandonata la dimensione corale che ha contraddistinto il suo film più famoso ("Le fate ignoranti"), Ozpetek si dedica nuovamente a registrare la quotidianità, come aveva fatto ottimamente in "La finestra di fronte" e, in maniera suggestiva ma meno convincente, in "Cuore Sacro". Purtroppo in "Un giorno perfetto", il regista arranca, perdendo la lucidità finora dimostrata, pur confermando l'attenzione ai particolari, ai volti, ai piccoli gesti quotidiani. Eppure, il film non convince. Ed è un peccato. La storia c'era, era interessante, ma chissà per quale ragione, Ozpetek decide di strafare, e di seguire due diverse storie, una delle quali, quella del politico corrotto e del figlio ribelle, è francamente risibile, degna della peggiore telenovela, mal recitata, incapace di generare la minima emozione. Per osmosi, perde così smalto anche la storia principale (quella della coppia in crisi) che avrebbe potuto essere affrontata con maggiore analisi, dando più spazio alle rispettive posizioni dei due ex coniugi, ai sentimenti dei ragazzi, al disagio familiare che è il disagio di molte coppie nella medesima situazione. E l'escalation verso la violenza, amaramente scelta da Mastrandrea quale ultimo rifugio per una realtà che non vuole accettare, poteva essere seguita con maggior pathos. Invece, il film diventa un'occasione mancata, in bilico fra momenti di gran cinema e momenti da pessimo sceneggiato televisivo. A salvare il film, una grande Isabella Ferrari (che sorpresa !): il suo sguardo dopo lo stupro è da antologia. E quella sua camminata finale per i vicoli di Roma emoziona, mentre consuma un effimero piacere, ignara della crudeltà del suo destino. La quiete, seppur venata di malinconia e solitudine, prima della tempesta. Bravo anche Mastrandrea (anche se il suo personaggio è poco delineato, e la sua sofferenza interiore è spesso caricaturale), sprecata la Guerritore in un ruolo anonimo, grandiosa la Finocchiaro (che sguardo !), decisamente insulsa la Sandrelli. Peccato, di carne buona al fuoco ce n'era, ma qualcosa è andato bruciato…